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Sanzioni per la caccia in deroga, Zaia e Formigoni pagheranno di tasca propria

Andrea Zanoni (IdV) oggi a colloquio con il procuratore capo della Corte dei Conti di Venezia. C’è la possibilità di far pagare direttamente ai responsabili regionali le eventuali multe europee sulla caccia in deroga. Zanoni: “A pagare saranno Zaia, Stival, Formigoni e compagni”

 

“Proficuo e molto interessante”, così Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, definisce l’incontro di stamattina con il procuratore capo della Corte dei Conti di Venezia, Dott. Carmine Scarano, per valutare la possibilità di far pagare personalmente ai responsabili regionali le eventuali sanzioni europee sulla caccia in deroga. “La legge italiana, la 11 del 2005, prevede la rivalsa dello Stato nei confronti di quelle regioni che violando una legge comunitaria causano un danno economico, in questo caso le sanzioni europee – attacca Zanoni – Attenzione però, a pagare non devono essere i contribuenti veneti ma i singoli responsabili delle deroghe, ovvero Luca Zaia, Daniele Stival e tutti gli assessori regionali che approveranno una eventuale delibera”.

 

“Nel caso di danno erariale si possono determinare responsabilità personali – spiega Zanoni all’uscita della Corte – Esiste un precedente che risale a circa 15 anni fa e che riguarda proprio l’allora assessore alla caccia del Veneto Luciano Falcier condannato a rimborsare 500 milioni di vecchie lire per uno spot sulla fauna selvatica realizzato con i soldi della Regione. Condanna che ancora adesso sta pagando a rate”. Si chiama “principio di rivalsa” e sancisce che tutti gli enti, le regioni per prime, devono fare di tutto per non violare il diritto comunitario. Se la Corte di Giustizia europea applica una sanzione che viene notificata allo stato membro il governo ha quindi il diritto di rivalsa nei confronti della regione che ha causato le sanzioni. “Se Veneto e Lombardia continuano con le cacce in deroga anche quest’anno, le sanzioni questa volta arriveranno davvero.

 

Ma adesso sappiamo che possiamo chiedere alla Corte dei Conti di notificare la sanzione bussando direttamente alla porta delle abitazioni di Zaia, Stival, Formigoni e compagni”. Per questo l’eurodeputato presenterà tramite i suoi legali una denuncia preventiva alla Corte dei Conti e scriverà una lettera a Zaia e Formigoni informandoli di quello che li aspetta.

 

Il progetto di delibera sulle cacce in deroga 2012-2013 presentato dalla Regione Veneto è stato giudicato in contrasto delle direttiva europee da parte della Direzione Ambiente della Commissione europea. Per questo se il Veneto proseguirà sulla strada della caccia in deroga, l’Italia finirà di nuovo di fronte alla Corte di Giustizia europea che sicuramente emetterà delle pesantissime sanzioni pecuniare, come scritto dal Commissario Ue Janez Potočnik al Ministro Corrado Clini a maggio scorso. “Il progetto di deroga per la stagione venatoria 2012-2013 predisposto dalla Regione Veneto presenta gli stessi vizi già dichiarati dalla Corte nella sentenza dell’11 novembre 2010 e nuovamente censurati dalla Commissione europea nella lettera di costituzione in mora inviata alla Repubblica italiana il 25 novembre 2011”, si legge nella lettera inviata il 5 luglio 2012 dalla Direzione generale ambiente della Commissione europea alla Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione europea. Inoltre pare che anche la Lombardia voglia approvare una nuova legge sulle cacce in deroga dato che ci sono ben tre progetti di legge presentati in consiglio regionale dai consiglieri del Pdl e della Lega.

 

“Nel caso la caccia in deroga in Veneto venisse approvata con delibera i responsabili saranno individuati nel Presidente della Giunta Zaia, nell’assessore di riferimento Stival e in tutti gli altri assessori, mentre nel caso di una legge allora bisognerà chiedere conto a tutti i consiglieri regionali del Veneto e al suo presidente Ruffato che avessero votato a favore – spiega Zanoni – Farò tutto il possibile affinché, in caso di sanzioni, a pagare siano solo i diretti responsabili della caccia in deroga e non i contribuenti italiani”.

 

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