ANDREA

ZANONI

Europee 2024

Cerca

Ogm, la Corte Ue ha preso un granchio. L’Italia difenda il NO al transgenico

L’eurodeputato Andrea Zanoni critica l’ordinanza della Corte Ue che dà ragione al coltivatore friulano che aveva piantato Ogm. “Pericoloso aprire le porte all’Ogm. Rispettare il NO degli italiani. Bene l’opposizione della nuova giunta regionale. Il governo riempia questi pericolosi vuoti legislativi

 

L’ordinanza della Corte di Giustizia Ue (C‑542/12) apre pericolosamente le porte agli Ogm in Italia nonostante la maggioranza degli italiani sia contraria. Fortunatamente il nuovo governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, non intende cambiare la legge regionale che ne vieta la semina. Adesso il governo italiano non perda altro tempo e vari quanto prima un decreto di clausola di salvaguardia contro la diffusione della colture agricole geneticamente modificate”. È l’appello di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, a seguito dell’ordinanza della Corte Ue che si è espressa in merito alla domanda di pronuncia pregiudiziale richiesta dal Giudice di Pordenone Rodolfo Piccin relativa alla causa penale contro Giorgio Fidenato accusato di aver messo a coltura mais Ogm della varietà Mon810 senza avere ottenuto l’autorizzazione prevista in Italia secondo il decreto legislativo del 2001.

 

Mi sento in profondo disaccordo con l’ordinanza della Corte che, a mio avviso, non ha debitamente tenuto in considerazione le varie ragioni a sostegno delle posizioni delle parti civili costituite da Slow Food Italia, la Regione Friuli Venezia Giulia, la provincia di Pordenone, Coldiretti e Codacons – attacca l’eurodeputato – Tuttavia mi rendo anche conto che parte della responsabilità sia dello stato italiano che non ha colmato il vuoto legislativo sulla coesistenza tra colture tradizionali e colture geneticamente modificate, vuoto che mi auguro venga colmato al più presto dal nuovo governo Letta”.

 

La Corte di Giustizia Ue era stata interpellata dal Tribunale di Pordenone presso il quale risulta pendente la causa penale contro Giorgio Fidenato accusato di aver messo a coltura mais Ogm della varieta’ Mon810. A Fidenato, in attesa della sentenza finale del Tribunale, erano stati sequestrate l’azienda e 3 mila sementi Ogm. L’udienza conclusiva del processo è fissata per l’8 luglio, ma l’imputato, visto che il processo era stato rinviato in attesa della decisione della Corte, potrebbe chiedere al giudice di anticipare la data.

 

Quello degli Ogm continua ad essere un campo minato sul quale si scontrano interessi ed opinioni contrastanti in Europa. Lo Stato italiano, insieme alle istituzioni europee, deve lavorare per trovare una soluzione condivisa e che prenda in giusta considerazione il chiaro volere popolare, che nel caso dell’Italia è un chiaro NO ad ogni forma di transgenico – conclude l’Eurodeputato – Mi auguro che il governo Letta, e in primis i ministri delle Politiche agricole, dell’Ambiente e della Salute, lavorino con impegno a sciogliere una volta per tutte questo nodo affinché non si creino più cortocircuiti come quello friulano che riguardano da vicino la salute di migliaia di persone”.

 

BACKGROUND

 

L’ordinanza della Corte Ue: Il diritto dell’Unione dev’essere interpretato nel senso che la messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, e dette varietà sono state iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole previsto dalla direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, come modificata dal regolamento n. 1829/2003. L’articolo 26 bis della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE del Consiglio, come modificata dalla direttiva 2008/27/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 marzo 2008, dev’essere interpretato nel senso che non consente a uno Stato membro di opporsi alla messa in coltura sul suo territorio di detti organismi geneticamente modificati per il fatto che l’ottenimento di un’autorizzazione nazionale costituirebbe una misura di coesistenza volta a evitare la presenza involontaria di organismi geneticamente modificati in altre colture.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

Email stampa@andreazanoni.it

Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04

Tel (Italia) +39 0422 59 11 19

Blog  www.andreazanoni.it

Twitter Andrea_Zanoni

Facebook Andrea Zanoni

Youtube AndreaZanoniTV

Condividi

Consulta l'archivo per mese ed anno

Ultimi comunicati stampa