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ZANONI

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«La Commissione Ambiente con la nuova legge sulle cave ha dato il suo via libera al massacro del territorio»

Il 9 ottobre 2013, la Commissione regionale Ambiente presieduta dal leghista Luca Baggio ha approvato il nuovo disegno di legge sulle cave che, ora, dovrà passare al vaglio del Consiglio veneto. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Questa è una falsa norma a rispetto dell’ambiente, scritta sotto dettatura della lobby dei cavatori. Mi auguro che, una volta giunta in Consiglio regionale, venga emendata perché se passa così com’è gli unici vincitori saranno i cavatori e i loro complici seduti  a Palazzo Ferro Fini»

 

Il 9 ottobre 2013, la Commissione regionale Ambiente presieduta dal leghista Luca Baggio ha dato il via libera alla nuova legge sulle cave che dovrà essere approvata dal Consiglio veneto. Il Disegno di legge elaborato dalla Giunta del Veneto lo scorso anno e recante le nuove Norme per l’attività di cava andrebbe a sostituire, una volta approvato dal Consiglio, la Legge Regionale 44/1982 attualmente in vigore.

 

Nella legge a cui è stato dato il via libera dalla Commissione Ambiente, per la quale il Partito Democratico si è astenuto, sono state inserite modifiche che  renderanno molto più blandi la gestione e il controllo dell’attività di cava nell’intero territorio regionale, ad esempio, non aver valutato l’opportunità di trasformare l’attività di cava da regime autorizzativo a quello concessorio:  con l’autorizzazione le cave si sono sempre fatte dove i cavatori hanno comprato i terreni, con il regime concessorio le cave sarebbero pubbliche e di conseguenza sarebbero le amministrazioni a decidere dove crearle.

 

Secondo la normativa da approvare in Consiglio, i Comuni verranno esclusi dalle scelte: nell’iter di formazione del Piano Regionale per le Attività delle Cave (PRAC) ancora all’esame della Giunta, ovvero una sorta di piano regolatore del settore che andrà a definire le aree, i tipi  di interventi, i volumi e le sanzioni, i Comuni potranno solo dare indicazioni sulle zone dove si potrà scavare e quelle in cui lo si potrà fare a determinate condizioni (articolo 8). Nell’iter delle autorizzazione dei progetti  potranno solo presentare osservazioni alla Commissione VIA o alla Commissione Tecnica Provinciale per l’Attività di Cava. In compenso però sono caricati da tutta l’attività di monitoraggio e controllo (articolo 24). Le sanzioni che potrebbe originare dall’attività di controllo dei Comuni verranno incassate, però,  dalle Province che ne gireranno il 50% alla Regione (articolo 29).

 

La legge, con l’articolo 21 per le cave del gruppo A (come quelle di sabbia e di ghiaia), le somme versate ai Comuni che dovrebbero essere prioritariamente utilizzate per la realizzazione di interventi di  ripristino ambientale oppure per riutilizzare le aree interessate dall’attività di cava e per l’esercizio delle funzioni di vigilanza potranno a richiesta del cavatore essere impiegate per opere pubbliche.

 

L’articolo 20 prevede, inoltre, che con un contributo aggiuntivo del 3% da versare al sindaco, il cavatore potrà ottenere la proroga della sua attività di  cava. Infine, per i progetti da sottoporre alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, la Commissione Tecnica Provinciale per l’Attività di Cava non verrà più neppure interpellata (articolo 19).

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Tra tutti  le conseguenze gravissime e pericolose che questa legge può comportare vi è anche quello di aver rimosso il limite del 3% del territorio escavabile massimo in riferimento alla superficie agricola di un determinato comune.  In questo modo verranno abbandonati al loro destino  comuni già massacrati. Dopo circa trent’anni la Regione sta per far diventare legge un testo che la Lega Nord cerca di camuffare come normativa contro le lobby, mentre in realtà liberalizza l’unico limite che avrebbe dovuto far rispettare anche in passato. A Paese (TV) ad esempio il limite, a causa di vecchie concessioni, era già giunto a circa il 16 % ma almeno si erano fermati. Oggi invece tolgono pure questo. È scandaloso che spoglino le Province di ogni potere decisionale che tutto sia in mano alla Regione. Ai sindaci si potrà estorcere il loro consenso comprandoli con qualche opera pubblica. L’unico aspetto positivo della legge in approvazione è quello sanzionatorio: secondo la previsione normativa in caso di infrazione si dovrebbe pagare sei volte il valore della ghiaia scavata abusivamente. Fino ad ora ai cavatori è convenuto sistematicamente infrangere la legge perché, nel caso fossero stati scoperti prima che il reato si prescrivesse, avrebbero pagato solo una sanzione di circa un terzo di quello che avevano guadagnato».

 

Da molti anni, Zanoni porta avanti la battaglia contro il proliferare delle cave, sostenendo in tutte le sedi nazionali e comunitarie che è a rischio la salute dei cittadini. «Siamo di fronte ad una falsa norma a rispetto dell’ambiente, scritta sotto dettatura della lobby dei cavatori – ha concluso Zanoni  –  Mi auguro che una volta giunta in Consiglio regionale venga emendata perché se dovesse  passare cosi com’è gli unici vincitori saranno i cavatori e i loro complici seduti in Consiglio regionale. Con le cave abbiamo spianato la strada in Veneto alle discariche che hanno inquinato quasi tutta la falda acquifera: penso ai casi trevigiani, vicentini e veronesi dove in falda troviamo mercurio, bromacile, percloroetilene, arsenico, e ogni altra schifezza. Penso agli enormi crateri che ho visto ieri sul posto, che hanno inghiottito strade e tralicci elettrici a Grezzana nel veronese per le cave sotterranee in galleria di carbonato di calcio. Per i nostri governanti, più o meno leghisti, sembra non sia accaduto nulla e adesso in un modo  che rasenta il ridicolo ci  vorrebbero dare ad intendere che  la legge che vogliono approvare sia  a favore dell’ambiente e contro le lobby. Ma chi credono di incantare e imbrogliare?»

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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