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L’Ue pronta ad intervenire per fermare la diga Monte Nieddu in Sardegna

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione di Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV): “La Commissione deciderà le prossime misure da prendere”. Sotto accusa lo spreco idrico e di finanze pubbliche del progetto di diga Monte Nieddu. “Gli interessi dei costruttori non devono calpestare quelli della collettività e dell’ambiente”

“La Commissione è a conoscenza del progetto cui l’onorevole parlamentare fa riferimento e sta attualmente valutando una denuncia in merito”. Questa è la risposta del commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, Eurodeputato Idv e membro della commissione Ambiente al Parlamento europeo, sull’impatto ambientale del progetto di costruzione della diga Monte Nieddu (Sardegna). “La Commissione aveva già pubblicato una gerarchizzazione delle risorse idriche che favorisca il risparmio d’acqua piuttosto che l’utilizzo di nuove sorgenti nel 2007”.

Si tratta del progetto della diga di Monte Nieddu, della traversa di Is Canargius e delle opere connesse che prevede la costruzione di una gigantesca diga sul Rio di Monte Nieddu (nei comuni di Sarroch, Pula e Villa S. Pietro in Provincia di Cagliari), con una capacità potenziale di invaso di 35,4 milioni di metri cubi di acqua e di una traversa sul Rio Is Canargius, destinata successivamente a diventare una diga con un invaso di circa 8 milioni di metri cubi di acqua potenziali. I due invasi dovrebbero inoltre essere collegati da una galleria di valico lunga circa 1 km.

Secondo Zanoni ed associazioni come Amici della terra, Lega per l’abolizione della caccia e Gruppo d’intervento giuridico, il progetto oltre ad avere un impatto ambientale devastante, visto che dovrebbe realizzarsi nella zona SIC ”Foresta di Monte Arcosu”, è in controtendenza con le raccomandazioni europee in materia di risparmio idrico e costituisce uno spreco immotivato di finanze pubbliche. Oggi la Commissione europea da ragione all’Eurodeputato, ricordando che “la direttiva 2000/60/CE (la direttiva quadro in materia di acque) impone agli Stati membri di raggiungere un buono stato di tutti i corpi idrici entro il 2015 e di applicare nel frattempo il principio di non deterioramento”.

“Non è accettabile che gli interessi di chi sta dietro grandi opere di questo tipo vadano contro gli interessi della collettività, dell’ambiente e dello stesso buon senso – attacca Zanoni – La Sardegna è una terra estremamente ricca d’acqua. Invito le autorità locali a fare un passo indietro sulla diga Monte Nieddu prima che siano costrette a farlo da Bruxelles”. Alla fine della risposta del Commissario  Potočnik infatti si legge: “La Commissione deciderà, sulla base dei risultati dalla valutazione in corso, le prossime misure da prendere in quest’ambito”.

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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