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Il caso del latte all’aflatossina arriva a Bruxelles

L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea sul caso del latte contaminato in Friuli Venezia Giulia. Oggi gli interrogatori dei 16 imprenditori indagati da parte dei carabinieri di Udine. Zanoni: “L’Europa assicuri un pronto intervento di fronte a simili scandali per evitare che simili prodotti contaminati circolino all’interno di tutto il  mercato unico europeo

 

Cosa sta facendo l’Ue per prevenire i casi di alimenti contaminati dalle aflatossine come nel recente scandalo del latte commercializzato in Friuli-Venezia Giulia?”. Lo chiede con un’interrogazione alla Commissione europea Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo proprio nel giorno (oggi lunedì 16 settembre) in cui stanno per essere interrogati gli ex componenti del consiglio di amministrazione del consorzio Cospalat (VEDI NOTE).

 

“La Commissione può chiarire i progressi compiuti dall’European Food Safety Authority (EFSA) in merito al monitoraggio della presenza delle aflatossine negli alimenti commercializzati nell’Ue e al loro effetto sulla salute umana?”, si legge nell’interrogazione di Zanoni, che chiede anche agli uffici di Bruxelles di “riferire se si sono verificate vicende analoghe in altri Stati membri e quali iniziative intende intraprendere per prevenire che queste si verifichino”.

 

La messa in commercio di latte contaminato da aflatossina è un fatto gravissimo visto l’alto consumo di questo bene specialmente tra i bambini – incalza Zanoni –  L’aflatossina M1 è il metabolita del latte dell’aflatossina B1, micotossina particolarmente pericolosa per la salute: le conseguenze di una eventuale intossicazione si manifestano nell’uomo con disturbi gastrointestinali e neurovegetativi, e può causare danni alla crescita dei bambini”.

 

Mi auguro che la magistratura faccia piena luce su quanto accaduto individuando e punendo i responsabili secondo la legge. L’Europa dal canto suo deve prestare particolarmente attenzione a simili casi che, all’interno del mercato unico europeo, possono provocare vere e proprie catastrofi”, conclude l’eurodeputato.

 

Sotto accusa lo scandalo alimentare scoppiato a fine giugno in Friuli-Venezia Giulia e che ha portato all’arresto del presidente del locale consorzio tra produttori di latte denominato Cospalat FVG da parte dei NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) dei Carabinieri di Udine. L’indagine (che coinvolge complessivamente 26 persone, 17 delle quali allevatori consorziati) verte sull’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio, all’adulterazione di sostanze alimentari e al commercio di sostanze alimentari pericolose per la salute.

 

NOTE

 

Oggi lunedì 16 settembre alle ore 14 saranno interrogati nella caserma di viale Tricesimo (UD) Arnaldo Bazzara 62 anni titolare dell’omonima azienda agricola con sede in Rive d’Arcano,  Lorenzo Benacchio 41 anni contitolare di un allevamento a Cervignano, Valter Bernardis 48 anni titolare dell’omonima azienda agricola a Varmo, Aniceto Bevilacqua 60 anni imprenditore agricolo di Flaibano, Roberto Cescutti 65 anni imprenditore di Flaibano, Paolo Francescotto 59 anni titolare dell’omonima azienda, Loris Di Fant 52 anni titolare di un’azienda a Rive d’Arcano. E poi ancora Marco Nicolini 42 anni di Majano, legale rappresentante della “Nuova zootecnica Società agricola Srl”, Alessandro Masutti 36 anni titolare di un’azienda agricola a Mortegliano, Tobia Marcuzzi 57 anni proprietario dell’omonima azienda a Mortegliano, Luigi Rigonat imprenditore agricolo di Ruda di 48 anni, Mario Eletto 52 anni di Ruda anch’egli alla guida di un’azienda facente parte del Consorzio, Desirè Strizzolo (38 anni) e Rudy Tavano (40 anni) rispettivamente titolare e gestore di fatto dell’azienda “Strizzolo” di Lestizza, Angelo Tosone imprenditore agricolo 56enne di Lestizza e Lucio Pittao 48 anni di Lestizza.

 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il presidente del locale consorzio tra produttori di latte denominato Cospalat FVG, con la complicità di due dipendenti e delle due compiacenti socie di un laboratorio di analisi, avrebbe commercializzato il latte prodotto dal consorzio nonostante lo stesso fosse contaminato dalla presenza dell’aflatossina M1 (presente al 30%), pilotando le analisi sulla qualità del latte conferito dai soci, distruggendo quelle non conformi e diluendo il latte per sfuggire ai controlli. Il latte prodotto veniva poi distribuito in varie regioni italiane, tra le quali Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia.

 

Secondo Giorgio Apostoli, responsabile zootecnia di Coldiretti, la stagione particolarmente siccitosa dell’anno 2012 avrebbe favorito la proliferazione dei funghi del mais (che producono sostanze tossiche quali le aflatossine) poi utilizzato per la produzione dei mangimi somministrati alle vacche da latte. Sempre secondo l’esperto, tale mais avrebbe dovuto invece essere scartato, perché le sostanze assunte dalle vacche si trasmettono immediatamente al latte.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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