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Fabbrica di veleni a Pernumia (PD), Zanoni chiede l’intervento dell’Ue

L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’interrogazione alla Commissione europea per verificare il rispetto delle normative Ue su rifiuti, acqua e aria della fabbrica abbandonata. “Le autorità locali non hanno preso misure tempestive per mettere in sicurezza l’area. A rischio l’ambiente e la salute degli abitanti dell’intera zona

 

La Commissione europea verifichi presso le autorità locali il rispetto della normativa comunitaria in materia di rifiuti, discariche, acqua e aria, nella gestione dello smantellamento della fabbrica di veleni a Pernumia (PD) per scongiurare ogni pericolo per la salute dei cittadini e per l’ambiente”. Lo chiede con un’interrogazione Andrea Zanoni, eurodeputato e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo. “Per anni la la fabbrica C&C di Pernumia ha giocato sulla pelle dei cittadini. Il suo stato attuale di totale abbandono e il mancato intervento delle autorità rischia di gravare ulteriormente sull’ambiente e gli abitanti della zona”.

 

A Pernumia (PD) si trovano i fabbricati fatiscenti della ex C&C, impresa ora cessata, dedita in passato allo svolgimento di attività di recupero di scarti industriali ma successivamente implicata in un traffico illecito di rifiuti tossici, vicenda che ha portato al sequestro dell’intera area nel 2005”, spiega Zanoni alla Commissione. “Da allora non è stato effettuato alcun intervento di bonifica e messa in sicurezza della struttura, all’interno della quale sono a tutt’oggi stivate in modo incontrollato e non autorizzato 52.000 tonnellate di fanghi pericolosi, contenenti idrocarburi e metalli pesanti di vario genere”.

 

L’eurodeputato chiede quindi alla Commissione di “intercedere nei confronti delle autorità locali per mettere in sicurezza l’intero sito e tranquillizzare gli abitanti della zona”. “La struttura è ubicata in un’area a ridosso di una Zona a Protezione Speciale ZPS e rischia di contaminare direttamente i territori di ben tre comuni del padovano nonché la zona agricola di pregio del radicchio”, incalza l’eurodeputato, che invita le autorità locali “a darsi una mossa per mettere in sicurezza prima che a chiederlo sia l’Europa su carta bollata”.

 

Zanoni accompagnerà la settimana prossima i membri del Comitato Popolare SOS C&C nella consegna della petizione (2.400 firme) contro la discarica rifiuti tossici di Pernumia in commissione PETI Petizioni al Parlamento europeo di Bruxelles. Il 15 febbraio 2013, Zanoni ha incontrato i membri del Comitato SOS C&C di Pernumia (PD) durante un sopralluogo alla fabbrica dei veleni (VIDEO).

 

BACKGROUND

 

Gli edifici della ex C&C versano in uno stato di totale abbandono e degrado, presentando numerose aperture nel tetto (in amianto) e nella struttura portante che consentono al materiale tossico di disperdersi nell’ambiente circostante grazie all’azione di vento e pioggia, compiendo, quindi, un’incessante attività di contaminazione ambientale.

 

La struttura è ubicata in un’area sita a ridosso di una ZPS e rischia di contaminare direttamente i territori di ben tre comuni della provincia di Padova (Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare), con zone residenziali e zone agricole di pregio (radicchio bianco di Maserà, radicchio variegato di Castelfranco IGP). Inoltre dista appena trenta metri dal canale Vigenzone (utilizzato per l’irrigazione) e si trova in prossimità del bacino delle Terme Euganee (il più esteso d’Europa) e di alcune “ville venete”, edifici di alto valore storico e culturale (di grande interesse turistico).

 

L’area è a rischio di incendio (principio di incendio già accaduto nel 2007), di alluvione (rischio sfiorato nel 2010 e 2011), di subire trombe d’aria (eventi importanti si sono verificati in zona limitrofa nel 2010 e 2012) e di terremoto (visti gli eventi sismici che hanno colpito la vicina regione dell’Emilia Romagna nel 2012), accadimenti che sicuramente porterebbero a una massiccia dispersione nell’ambiente dei rifiuti tossici così approssimativamente stoccati.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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