“Le notizie che si rincorrono parlano di un buco di risorse che impedisce di realizzare le opere di mitigazione ambientale collegate al Mose e previste dal cosiddetto 'Piano Europa'. Questo malgrado i 180 milioni sbloccati due anni fa con delibera CIPESS e destinati appunto alle opere complementari, agli interventi ambientali e
di compensazione. Si parla di 200 milioni che mancherebbero all'appello, dovuti all'aumento del 40% dei prezzi. La Regione che ruolo vuole giocare? Attivo o da spettatrice?”.
A chiederlo con un'interrogazione è il consigliere regionale del PD Veneto Andrea Zanoni.
“In caso di fondi non sufficienti, i primi a saltare saranno proprio i cantieri ambientali. Si tratta, fra l’altro, della manutenzione dei litorali (15 milioni), dei lavori sui canali Cenesa, Boer, Siletto (27 milioni), dei monitoraggi ambientali previsti dal Piano Europa (13) milioni e della costituzione di nuovi habitat per la fauna e la flora e le aree di transizione (15)”.
Di qui, due sono le domande avanzate da Zanoni: “a che punto esatto del cronoprogramma sono effettivamente le suddette opere previste dal 'Piano Europa'?
La Giunta intende attivarsi con la massima autorità e urgenza presso il Governo e le altre autorità competenti per ottenere, nei tempi previsti, la realizzazione di tutte
le opere di mitigazione ambientale?”.