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Zanoni e Zottis (PD): “Papà e neonato colpiti da cacciatore nel giardino di casa: chi spara e scappa senza prestare soccorso è un delinquente. Necessarie misure più severe, anche l’arresto”

Venezia, 26 ottobre 2021

“Hanno rischiato di essere ammazzati da un colpo di fucile, mentre si trovavano nel giardino di casa. E chi ha sparato, anziché allertare i soccorsi, ha cercato di scappare. È un comportamento delinquenziale; ringraziamo Carabinieri e Forestale per il pronto intervento, i due cacciatori sono stati bloccati, l’augurio è che paghino duramente per quanto fatto. Ma non possiamo continuare con questo bollettino di guerra ogni fine settimana: in troppi se ne fregano delle regole, a partire dalle distanze minime previste per legge. Servono sanzioni più severe, che prevedano anche l’arresto”. Andrea Zanoni e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Partito Democratico, intervengono sull’episodio accaduto al confine tra Monastier e Fossalta di Piave, vittime un papà e il neonato che teneva in braccio, colpiti da un cacciatore che stava sparando a una lepre. “Vogliamo esprimere gli auguri per una pronta guarigione, capisco il loro spavento e la loro rabbia: hanno fatto bene ad avviare un’azione legale”. 

 

“Non riusciamo a comprendere come si possa fuggire, omettendo il soccorso, dopo un episodio del genere; è inquietante sapere che per qualcuno è una cosa del tutto normale. Nel Piano faunistico venatorio di prossima approvazione presenteremo una serie di emendamenti che prevedono sanzioni e provvedimenti disciplinari durissimi per chi spara vicino alle case; dobbiamo scoraggiare certi comportamenti che possono finire in tragedia. Vedremo se Lega e Fratelli d’Italia li bocceranno come d’abitudine”.

 

“Per casi come questo – attaccano – va prevista la revoca della licenza di caccia a vita. Tra le misure  utili, raddoppiare le distanze di sicurezza dove vige il divieto di caccia da case e strade, l’obbligo di una pettorina con un numero alfanumerico così da poter individuare i cacciatori a distanza ed evitare che scappino in caso di incidente, l’espulsione immediata dall’Ambito di caccia e l’abolizione della norma sul nomadismo venatorio voluta nella scorsa legislatura dall’allora consigliere Berlato che consente alle doppiette di spostarsi in tutto il Veneto, dai confini con la Lombardia a quelli con il Friuli”. 

 

“Con questo episodio – sottolineano in chiusura – siamo già a sei feriti dall’inizio della stagione venatoria: una 51enne colpita a un occhio mentre passeggiava in campagna a Santa Maria di Zevio, un ciclista centrato a San Giovanni Ilarione, oltre a due cacciatori, uno in Val Tramigna e l’altro a Meduna di Livenza. Fortunatamente non ci sono stati morti, ma non è un valido motivo per far finta di niente”.

 

 
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