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Zanoni (PD): “Sviluppo sostenibile, da Confindustria attendiamo fatti concreti e non facili promesse. A partire dal Veneto e dalla provincia di Treviso”

Venezia, 3 giugno 2020

“Se un rappresentante così autorevole di Confindustria parla di sostenibilità ambientale ed economia circolare non può che fare piacere. Adesso però speriamo che dalle parole si passi ai fatti, perché la realtà, in Veneto e soprattutto nella provincia di Treviso, è ben diversa visto che sono le aree più cementificate d’Italia e le attività industriali sono tra le principali cause”. Così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, commenta le dichiarazioni di Maria Cristina Piovesana, trevigiana, scelta da Carlo Bonomi tra i vicepresidenti di Confindustria con delega, appunto, ad ambiente e sostenibilità. 

“L’epidemia ha reso ancor più urgente quello che era chiaro a tutti, tranne a pochi negazionisti: è indispensabile una svolta green per contrastare i cambiamenti climatici. Inquinamento e deforestazione rendono le persone più esposte e vulnerabili all’attacco dei virus. Crediamo sia indispensabile un modo di fare impresa diverso, che non miri soltanto al profitto ma metta al centro la tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente, ottimizzando ad esempio l’uso delle materie prime e delle fonti energetiche. Per questo – sottolinea il vicepresidente della commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini – è necessario andare oltre le buone intenzioni. Il Veneto, dati Ispra, è da due anni al primo posto per incremento di consumo di suolo, 5 metri quadrati per ettaro nel 2018 più del triplo rispetto alla media italiana, frutto anche di una legge regionale assolutamente inefficace a causa delle troppe deroghe. Ci sono 11mila capannoni vuoti, la vicepresidente Piovesana inviti i suoi associati a fare uno sforzo per aiutare il Veneto a risparmiare suolo, proteggendo l’ambiente e la biodiversità che ogni giorno sparisce: devono puntare al recupero delle troppe aree già degradate e dismesse evitando di distruggere le poche campagne superstiti”. 

“Per fare qualche esempio recente, solo in provincia di Treviso abbiamo il caso di Casale sul Sile, 500mila metri quadri per la realizzazione di un maxipolo logistico, altri 50mila a Vedelago per il ‘complesso Pellizzari’ e 22mila a Paese per un nuovo centro di trattamento rifiuti, aree di campagna dove oggi si coltiva il grano e destinate a scomparire sotto asfalto e cemento: non proprio un manifesto per la sostenibilità ambientale”. 

 
 
 
 
 
 
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