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Zanoni (PD): “Proliferazione cinghiali responsabilità della Regione che non ha ostacolato i ripopolamenti abusivi”

Venezia, 8 luglio 2021

“Sorprende la presenza di Zaia al flash mob di Coldiretti contro la proliferazione dei cinghiali: se alcune aree del Veneto sono invase, con danni all’agricoltura sotto gli occhi di tutti, le responsabilità sono anche e soprattutto della Regione che ha sempre dato carta bianca ai cacciatori e non ha mai combattuto i ripopolamenti abusivi di questa specie. Gli ungulati immessi nel nostro territorio per scopo venatorio non sono di origine italiana, ma del centro Europa: hanno una stazza superiore e si riproducono più velocemente, con conseguenze deleterie. Le associazioni degli agricoltori dovrebbero promuovere una class action nei confronti di chi ha introdotto una specie ‘aliena’ con il solo obiettivo di sparare. E la presenza di Zaia oggi avrebbe avuto senso solo se il presidente si fosse scusato, facendo un ‘mea culpa’ per le fallimentari politiche regionali di gestione”. Così il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni commenta la partecipazione del presidente della Regione alla manifestazione organizzata da Coldiretti oggi a Venezia, come nel resto d’Italia. 

 

“È evidente che la presenza di migliaia di cacciatori abilitati in questi anni per l’abbattimento non abbia sortito alcun effetto, eppure è la sola ricetta che la Giunta continua a proporre. Il nemico naturale del cinghiale è il lupo, che riesce a raggiungerlo in tempi luoghi inaccessibili all’uomo. Una Regione lungimirante punterebbe a tutelare il lupo, come previsto da norme nazionali e comunitarie e anche dal progetto Wolfalps dell’Unione europea, sottoscritto a suo tempo dalla Regione Veneto. Invece le cose sono andate diversamente: la Regione non è stata capace di proteggere gli allevamenti delle malghe e ha additato il lupo come nemico, tanto che negli ultimi anni ci sono stati svariati atti di bracconaggio. Si è preferito scrivere imbarazzanti leggi sotto dettatura della parte più estremista della lobby venatoria, spesso bocciate dalla Corte Costituzionale, quando per avere una gestione più equilibrata della fauna selvatica basterebbe applicare la legge”. 

 
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