Venezia, 13 settembre 2021
“Dal report di Legambiente, purtroppo, nessuna novità positiva. Ancora una volta il Veneto si trova in vetta per lo sforamento dei limiti delle polveri sottili. È una storia che si trascina da anni, con misure inadeguate da parte delle istituzioni, a cominciare dalle Regione”. È quanto dichiara Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, dopo aver letto il dossier ‘Mal’aria’ di Legambiente che certifica come ad oggi già quattro capoluoghi veneti abbiano superato la soglia massima dei 35 sforamenti annui: Verona e Venezia, al primo posto in Italia con 41 giorni ‘fuori limite’, quindi Vicenza a 40, Treviso con 38. Ma presto si aggiungeranno anche Padova e Rovigo, ferme a 35.
“L’Italia e il Veneto continuano a scherzare col fuoco: oltre al danno per la salute dei cittadini, a breve rischiamo anche la beffa di multe salatissime. Nel 2018 dalla Corte di Giustizia dell’Ue è arrivata una seconda condanna per l’Italia, dopo quella del 2012, per la violazione sistematica tra il 2008 e il 2017 della Direttiva sulla qualità dell’aria in riferimento ai valori limite di Pm10. Urgono misure efficaci, non palliativi, coordinate a livello regionale. Invece finora è mancata una regia unica, con i sindaci lasciati soli a dover decidere, con provvedimenti scoordinati o addirittura in contrasto fra loro e quindi inefficaci. E ci vorrebbero maggiori risorse per incentivare i cittadini a rottamare le vecchie auto inquinanti e le stufe a legna; potenziare il trasporto pubblico acquistando mezzi elettrici”.
“Finora è stato fatto troppo poco – insiste Zanoni – sia dalle Regioni che dallo Stato. Serve un intervento europeo per un cambio di rotta. Europa a cui mi sono rivolto anche io nel 2019, presentando una denuncia alla Commissione per l’ennesima violazione della Direttiva sulla qualità dell’aria con relativa emergenza sanitaria”.