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Zanoni (PD): “Finalmente arriva lo stop agli incentivi per le centraline idroelettriche. Sì alle energie rinnovabili, no alle speculazioni dannose per l’ambiente”

 

Venezia, 25 gennaio 2019

“Finalmente arriva lo stop a questi incentivi che hanno causato una folle corsa alle centraline idroelettriche. Una vera speculazione con gravissimi danni ad ambiente, ecosistema e biodiversità e una produzione bassissima di energia”. A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini, commentando il decreto del Governo che cancella gli incentivi per gli impianti, proliferati negli ultimi anni anche in Veneto, specialmente nel Bellunese.

 

“È dal 2011 che sto lavorando anche assieme ad associazioni e comitati locali per tutelare i nostri corsi d’acqua dalle speculazioni collegate agli incentivi alle centrali idroelettriche. Fiumi e corsi d’acqua delle zone alpine sono stati deturpati da decine di centraline, invasive dal punto di vista ambientale e scarsamente produttive. Insomma l’unica ragione per realizzarle era quella di incassare i cospicui incentivi. Una pratica che adesso dovrebbe terminare o ridimensionarsi. Ho più volte sottolineato come la Commissione Europea avesse aperto una procedura di pre-infrazione nei confronti dell’Italia proprio a causa dello sfruttamento dei fiumi con le centraline – sottolinea il consigliere democratico – Si tratta di un caso Eu Pilot per violazione delle direttive comunitarie Acqua e Habitat. È assurdo che debba esserci sempre qualcun altro a ricordarci il rispetto delle regole. È infatti grazie all’azione della Commissione Europea, che da anni è stata investita e ben informata dai comitati e associazioni con approfonditi e corposi dossier, così come dal sottoscritto con diverse interrogazioni, sulle problematiche connesse alla realizzazioni delle mini centrali idroelettriche, se adesso il Governo è stato messo alle strette ed ha deciso di porre finalmente fine alle speculazioni. La ‘scusa’ di puntare sulle energie rinnovabili non reggeva più. La scorsa estate, durante un incontro con alcuni responsabili della Commissione Europea, mi è stato confermato che spetta agli Stati membri decidere il mix di fonti rinnovabili da utilizzare per raggiungere gli obiettivi del 2020 e 2030 rinnovabili ed efficienza energetica. Quindi l’Italia può puntare a questi traguardi scegliendo fonti che non hanno ripercussioni così pesanti. Mi riferisco in particolare al fotovoltaico sui tetti delle case che, oltre a far bene all’ambiente, fanno bene alle tasche dei cittadini, perché creano un’entrata fissa ogni anno a vantaggio di tante famiglie e non dei soliti grossi gruppi”.

 

 

 

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