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Zanoni (PD): “Cava Morganella, basta misteri: quali sono i materiali ritrovati sul fondo?”

Venezia, 28 giugno 2021

“La Regione ha individuato e fatto analizzare i materiali presenti sul fondo di Cava Morganella? Due mesi fa l’assessore Bottacin aveva assicurato che era in corso una ricognizione, con un ritardo incredibile, visto che era stata chiesta addirittura cinque anni fa con l’approvazione all’unanimità dal Consiglio di un mio ordine del giorno. Non è più tempo di misteri e attorno a Cava Morganella ce ne sono fin troppi”. Ad affermarlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico che sul tema ha depositato un’interrogazione a risposta in Commissione, sottoscritta da tutti gli altri nove colleghi di opposizione (Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis del Pd; Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo; Cristina Guarda di Europa Verde; Erika Baldin del Movimento 5 Stelle e Arturo Lorenzoni speaker della minoranza). 

 

“Siamo di fronte a un progetto di ampliamento con scavo sottofalda illegale, autorizzato con una tempistica sospetta il 31 dicembre. Su questa operazione abbiamo presentato ben quattro interrogazioni, il 2 e 5 febbraio, il 22 marzo e il 19 maggio, per fare chiarezza sui troppi punti oscuri: non solo l’autorizzazione, ma anche la mancata notifica della stessa ai Comuni di Ponzano Veneto e Paese, Provincia di Treviso, Ats, Arpav, Difesa suolo della Regione, Direzione Vas e Via e, ancora, il fatto che il progetto sia scomparso dal portale Via della Regionee l’applicazione a fasi alterne della Legge Cave, fatta valere per bloccare altri ampliamenti ma disapplicata per il progetto di Cava Morganella. Nonostante i termini siano ampiamente scaduti, non c’è stata alcuna risposta dalla Giunta che sull’argomento sembra aver scelto il silenzio assoluto. Il 20 aprile stata però discussa una mozione, bocciata dalla maggioranza, con cui si invitava a sospendere il decreto di autorizzazione e, appunto, di verificare la natura dei materiali presenti nel fondo della cava. L’assessore Bottacin, sottolineando come la ricognizione dei materiali fosse ‘una condizione necessaria per poter avviare l’ampliamento’, aveva detto che i lavori erano in corso proprio in quei giorni ed altri sopralluoghi erano già stati fatti da Vigili del fuoco e sommozzatori. Anche la presidente della Seconda commissione Rizzotto ribadì che la Regione stava già facendo le verifiche. Bene, cosa è stato trovato?”. 

 

“Non si può continuare a voltare le spalle a un territorio giustamente preoccupato per questo ampliamento che mette a rischio le falde acquifere. Proprio oggi sono state consegnate alla Regione le 5mila firme della petizione rivolta a Zaia per chiedere la revoca del decreto di escavazione sottofalda promossa dalle associazioni Paeseambiente, Italia Nostra, Salviamo il Paesaggio, Legambiente, Wwf, Iams ed Extinction Rebellion. Ma non è l’unica iniziativa: il sindaco di Ponzano ha presentato ricorso al presidente della Repubblica, a differenza di quello di Paese che ha fatto retromarcia. Perché Zaia si ostina a non ascoltare? Anche oggi, anziché incontrare i rappresentanti delle associazioni, ha preferito delegare un funzionario”.

 
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