ANDREA

ZANONI

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Zaia venga nel Vietnam dei rifiuti pericolosi, tossiconocivi e cancerogeni di Paese.

 

Quando si tratta di telecamere Zaia è prontamente disposto a correre attraverso il Veneto come una trottola, riesce miracolosamente ad essere in contemporanea in due o tre luoghi diversi, impresa impossibile a qualsiasi comune mortale.

Lo vediamo con l’elmetto o con il giubbetto della Protezione Civile, con la barba lunga, o spettinato, a seconda della circostanza o forse dell’esigenza televisiva del momento.

Invece, in Consiglio regionale, dove si fanno le leggi per i veneti, dove si decide del Veneto, Zaia non è presente quasi mai, visto che in tre anni e mezzo ha partecipato soltanto ad un risicatissimo 3,4% delle votazioni complessive dell’aula. A “colmare” l’assenza giungono allora in suo soccorso immagini di repertorio che scorrono in televisione dove Zaia gesticolante in aula, ripreso in realtà a suo tempo in una delle sue rarissime presenze in consiglio, rischia di essere scambiato come Zaia sempre presente in aula, quando non lo è.

Comunque Zaia è ovunque, dalle sagre di paese alle fiere del marmo, dalle mostre della castagna a quelle della zucca, fino a quelle dei cavalli o degli asini, tra i filari del Prosecco, con tagli di nastri o accensioni di Panevin, dalle colline, alla montagna, nei paesi grandi e piccini fino ai piccoli borghi e frazioni, in ogni zona dove l’uragano ha devastato il Veneto.

C’è un posto del Veneto però dove non ha mai messo piede, una zona anch’essa abitata da cittadini veneti, il triangolo  dei rifiuti tossiconocivi, un angolo di territorio di confine tra Paese, Morgano e Quinto di Treviso.

Qui Zaia non si è mai visto, lo invito perciò a venire a vedere con i suoi occhi quello che tanti residenti devono sopportare, vedere, respirare, annusare  quotidianamente, 20.000 tonnellate di rifiuti tossiconocivi stoccati illegalmente e mai messi in sicurezza nella discarica SEV, montagne di amianto coperte malamente nella stessa discarica, un impianto di produzione di asfalto considerato di categoria insalubre di prima classe, e ora, come se non bastasse, un progetto di un impianto di riciclo di rifiuti, e ancora le 200.000 tonnellate sequestrate martedì scorso dai Carabinieri forestali a Cava Campagnole provenienti dalla Cosmo di Noale, con l’aggiunta della trasformazione dell’ex cava Colombera di Morgano da polmone verde a qualcosa che ancora nessuno sa ma molti temono.

Eppure Zaia tutte queste cose le conosce non bene, ma benissimo: sono ben due le mie interrogazioni datate 2017 a lui indirizzate su Cava Campagnole, poi ogni anno ripropongo un emendamento al Consiglio regionale in fase di bilancio (e martedì lo rideposero’ per l’ennesima volta) per chiedere la caratterizzazione e bonifica dei rifiuti tossiconocivi della ex Sev, inoltre è di aprile la mia interrogazione a lui rivolta sulla distruzione del bosco di Cava Colombera.

Zaia sapeva perciò anche dello scellerato accordo del 2017 tra il Comune di Paese e i soggetti già allora inquisiti ai quali adesso la Magistratura ha sequestrato 280.000 tonnellate di rifiuti contenenti sostanze pericolose e cancerogene. Un accordo fatto dal sindaco di Paese che fa parte del suo partito, la Lega.

Perciò Zaia ci risparmi le misere dichiarazioni di circostanza come quella che leggo oggi sui giornali dove dice di venire a conoscenza della situazione dalla stampa.

Però sulle deroghe di miscelazione dei rifiuti pericolosi alla Cosmo e sul via libera senza VIA al recupero dei rifiuti di amianto in Cava Canzian è stata la regione a dare l’ok finale. In particolare è stato il suo mega direttore dell'area Tutela e sviluppo del territorio, a concedere alla Cosmo Tecnologie Ambientali con decreto n. 50 del 20 luglio pubblicato sul bollettino della Regione Veneto solo il 23 ottobre scorso, addirittura la facoltà di miscelare rifiuti pericolosi in deroga al Codice dell’ambiente.

Percio’ mi auguro che tra le migliaia di mete della sua agenda trovi finalmente un piccolo spazio per venire nella terra dei fuochi del Veneto, nel Vietnam veneto come lo ha giustamente definito un giornalista venuto sul posto, perché anche i cittadini di Paese, Morgano e Quinto sono cittadini  veneti che lui dice di rappresentare e che  hanno il pieno diritto di vedere rispettate le leggi sulla tutela dell’ambiente e soprattutto della salute. Venga a vedere e venga ad incontrare anche loro.

Andrea Zanoni

Consigliere Regionale del Veneto

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