Giovedì scorso il Governo su proposta del ministro Gelmini ha deciso di non impugnare il Piano faunistico venatorio della Regione nonostante le richieste di molte associazioni come Wwf, Lipu, Lav, Lac, Enpa, Legambiente, Codacons e soprattutto degli uffici legislativi dei ministeri per la Transizione ecologica e Cultura che avevano chiesto di impugnare la legge. Il ministero della Transizione ecologica aveva sollevato questi punti incostituzionali: il limite dell’1% del territorio regionale riguardante i terreni vietati alla caccia in seguito alla richiesta dei legittimi proprietari, caccia e recupero di fauna selvatica tramite natante, la ribattuta col natante, l’addestramento dei cani fuori dal periodo consentito, l’omessa identificazione delle zone in cui sono collocabili gli appostamenti fissi, l’assenza di tutela delle rotte migratorie col divieto di caccia nel raggio di mille metri dai valichi montani, la mancata attuazione delle prescrizioni della Valutazione di incidenza ambientale tramite il divieto di caccia nelle aree Rete Natura 2000 dove sono state realizzate le grandi opere in deroga alla Direttiva Habitat e per un raggio di quattro chilometri, infine l’approvazione del Piano faunistico con legge anziché con atto amministrativo. Il ministero della Cultura ha contestato invece gli appostamenti di caccia senza relativo titolo abilitativo edilizio e paesaggistico. Questa è una scelta gravissima perché il Governo, di fatto, ha riconosciuto alla Regione del Veneto un’autonomia legislativa che non poteva avere. Le conseguenze di questa scelta sicuramente indurranno altre Regioni ad approvare norme incostituzionali con la pretesa da parte loro della non impugnazione del Consiglio dei Ministri, così come accaduto per il Veneto. Andrea Zanoni
COMUNICATO E DOCUMENTI DEI MINISTERI: https://www.andreazanoni.it/…/piano-faunistico…