ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Settimana europea della riduzione dei rifiuti

Qual è il miglior rifiuto che esista? Quello che non è mai stato prodotto. Sabato scorso si è aperta la settimana europea della riduzione dei rifiuti, sette giorni di iniziative per ripetere ancora una volta (d’altronde non è mai abbastanza) che i rifiuti sono una risorsa, ma se si riesce a limitarne la produzione…tanto meglio!

 

Dal 17 al 25 novembre, l’Europa cerca di diffondere più possibile il concetto che il rifiuto non va più visto come tale, ovvero come un qualcosa di cui sbarazzarsi, da gettare in discarica, o peggio ancora da bruciare. Diamo un’occhiata ai dati: ogni anno in Europa buttiamo via 2,7 miliardi di tonnellate di rifiuti di cui 98 milioni sono pericolosi; in Italia ogni cittadini produce in media 510 kg di rifiuti l’anno. Si tratta di una montagna di materiali vari che vengono gettati abitualmente nei cassonetti per poi essere collocati in discariche che inquinano il suolo, bruciati negli inceneritori che inquinano l’aria, o peggio ancora “trafficati” lungo lo stivale per poi venir seppelliti o smaltiti in modo illegale e pericoloso chissà dove. Questa è in parte la gestione dei rifiuti oggi.

 

Per carità, anche in Italia, grazie a una progressiva presa di coscienza da parte dei cittadini, qualche passo avanti è stato fatto. In molte città, piccole o grandi, la raccolta differenziata non è più un tabù, e la prevenzione stessa sta migliorando di anno in anno. Ma come detto, si può fare molto di più. Si perché proprio in questi due concetti sta la chiave di una gestione dei rifiuti davvero moderna: prevenzione e riciclaggio. Ma cosa vuol dire prevenzione? Vuol dire concepire e progettare un determinato prodotto pensando subito a quando sarà dismesso e all’impatto che avrà sull’ambiente. Ecco allora la riduzione degli imballaggi, ad esempio, o l’utilizzo di componenti più facili da separare e riutilizzare. Una progettazione di questo tipo, non soltanto avrebbe un effetto positivo sull’ambiente, ma costituirebbe uno stimolo alla ricerca e sviluppo promuovendo nuovi posti di lavoro altamente qualificati.

 

Ed eccoci poi al riciclaggio. Rispetto a qualche anno fa, sono stati fatti passi da gigante. Nella mia Treviso, ad esempio, raccolta differenziata e riciclo hanno raggiunto livelli in grado di fare scuola. Il centro di riciclaggio e compostaggio di Vedelago gestito dall’amica Carla Poli mostra chiaramente quanto investire nel riciclaggio possa non solo essere ambientalmente lungimirante ma anche economicamente redditizio. Per questo motivo ho voluto portare questa esperienza al Parlamento europeo in occasione della Summer School di IdV lo scorso giugno, per mostrare come è possibile riciclare il 100 per cento di rifiuti urbani e, da poco anche i pannolini per bambini e i pannoloni per le persone incontinenti, la bestia nera dei rifiuti urbani.

 

Ma questo, ovviamente, l’Europa lo sa benissimo. La settimana europea della riduzione dei rifiuti è la riprova di quanto Bruxelles stia investendo per divulgare al massimo il messaggio di una gestione illuminata dei rifiuti. Lo scorso maggio al Parlamento europeo abbiamo votato la relazione del collega Gerben-Jan Gerbrandy (olandese e liberal democratico) su un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse che invita la Commissione europea a fare ancora di più per razionalizzare la normativa in materia, tenendo conto della gerarchia dei rifiuti e della necessità di ridurre quelli residui fino a raggiungere l’obiettivo rifiuti zero.

 

Quest’anno in Italia sono stati 5.281 i progetti approvati nel contesto della settimana europea della riduzione dei rifiuti. Questo vuol dire che sempre più cittadini si rendono conto del bisogno di cambiare definitivamente il concetto stesso di “rifiuto”, e sempre più amministratori intraprendono azioni mirate in questo senso. Ma come detto, prima, bisogna fare ancora di più.

 

Andrea Zanoni

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