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Pacchetto clima-energia Ue 2030: tuteliamo ambiente e lavoro

Questa settimana al Parlamento europeo abbiamo approvato una risoluzione che chiede alla Commissione europea il 40% di CO2 in meno, il 30% di rinnovabili e il 40% di efficienza energetica in più entro il 2030. I disastri ambientali che stanno colpendo l’Italia e l’Europa intera dimostrano che non c’è più tempo da perdere. L’UE ha l’occasione di mostrare al mondo come combattere il cambiamento climatico anche attraverso un maggior uso di rinnovabili.

Abbiamo chiesto ufficialmente alla Commissione europea obiettivi più ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico entro il 2030.  Con questo voto abbiamo messo nero su bianco che la proposta della Commissione europea del 22 gennaio è troppo timida per rispondere alle vere sfide ambientali che ci troviamo di fronte.

Per contrastare il cambiamento climatico che sta causando tanti danni ambientali anche in Europa, ci vogliono obiettivi ambiziosi e vincolanti in tutti i 28 Paesi Ue. Non prevedere questa obbligatorietà per le energie rinnovabili o nessun obiettivo per l’efficienza energetica, come previsto dal pacchetto presentato dalla Commissione, vuol dire cedere alle pressioni delle grandi industrie che non si vogliono ripulire. Per quanto riguarda il target del 40 per cento di riduzione delle CO2, questo non deve essere compromesso dalla bolla del mercato di quote Emissions Trading System–ETS che abbiamo già chiesto di congelare affinché non si trasformi in una mera speculazione ambientale.

Se come abbiamo chiesto nel marzo del 2012 con l’approvazione della relazione su una tabella di marcia verso un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, l’obiettivo è quello  di abbattere del 90 per cento le emissioni entro tale data, non possiamo più procedere a piccoli passi. Le alluvioni, terremoti e calamità naturale che da anni stanno affliggendo la nostra Europa, Italia compresa, ci mostrano che non c’è più tempo per le mezze misure. Con il voto di oggi è stato sconfitto il blocco conservatore del Parlamento europeo nonché le lobby delle grosse industrie che tante pressioni hanno fatto in queste ultime settimane al Parlamento europeo. Alla fine i negazionisti del clima sono stati sconfitti a tal punto che il corelatore Szymański ha ritirato il proprio nome da questa risoluzione.

Andrea Zanoni

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