ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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No alla tassa su cani e gatti, non sono un bene di lusso

In tempi di ristrettezze economiche si cerca di battere cassa su tutto. Come risultato per tanti italiani il carrello al supermercato diventa sempre più leggero e il conto alla cassa sempre più salato. Da ultima ecco l’ennesima trovata di questo governo: tassare gli animali domestici. Una bella imposta comunale sul cane di casa con la scusa di combattere il randagismo e dare al Comune le risorse necessarie per rifugi e sterilizzazioni. Una bella trovata per giustificare un’imposta non solo sbagliata ma ridicola. Vediamo perché.
Prima di tutto perché appioppa un ulteriore balzello da pagare alle famiglie italiane per il semplice motivo di possedere un animale in casa. Dov’è la connessione tra l’avere un cane e prevenire il randagismo?? Un cane non è un bene di lusso bensì un membro della famiglia. Lo sanno bene tutti quegli italiani che, come me, hanno un amico a quattro zampe in casa, un pelosetto che magari gioca tutti i giorni con i propri figli e ne è diventato il migliore amico.

E poi il fattore economico. Il business degli animali da affezione ha già lucrato abbastanza su cani e gatti, con prezzi spropositati che le famiglie italiane sono già costrette a pagare. Dal microchip elettronico alle cure veterinarie, dagli accessori all’alimentazione, prendersi cura del proprio amico a quattro zampe costa già abbastanza. Certo tutti noi lo facciamo volentieri, ma da fastidio pensare ai prezzi gonfiati apposta dalle aziende di settore che lucrano sulle nostre affezioni e, lo ripeto, affetti “famigliari”.

Infine, ma non certo per importanza, la proposta di imporre una tassa sui cani domestici non farebbe altro che incrementare il fenomeno stesso del randagismo anziché combatterlo. Non ci vuole un genio politico – e mi stupisco che il governo non ci sia arrivato – per capire che costituirebbe un disincentivo alle adozioni e, ancora peggio, potrebbe spingere le persone più in difficoltà economicamente ad abbandonare il proprio cane. Se nei piani alti di Roma non se ne fossero accorti, gli italiani stanno attraversando un momento economico alquanto duro dove anche 50 o 100 euro a fine mese fanno la differenza. Invece il randagismo si combatte non solo con iniziative pubbliche come rifugi e sterilizzazioni, ma soprattutto incentivando i cittadini a prendersi cura del proprio animale domestico e, magari, ad adottarne uno. In questo modo, invece, in Italia adottare una cane rischia di diventare appannaggio di pochi benestanti, un vero e proprio bene di lusso.

Associazioni, cittadini e anche parte della politica hanno già protestato contro questa maldestra proposta, tanto che pare sia stata ritirata. L’esperienza ci insegna, purtroppo, che norme sgradite come questa “a volte ritornano”. Per questo mi auguro che chi ha avanzato questa proposta si sia davvero reso conto dell’assurdità della stessa e l’abbia gettata definitivamente nel cestino. Ovviamente noi continueremo a vigilare.

Andrea Zanoni

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