ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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I cuccioli di Green Hill restano a casa. Adesso seppelliamo la vivisezione.

 

Green Hill getta la spugna. L’azienda ha rinunciato al ricorso in Corte di cassazione contro il sequestro probatorio di circa 2.600 beagle disposto lo scorso luglio dalla magistratura bresciana. Il che vuol dire che i beagle sequestrati a Montichiari (Brescia) resteranno tranquilli nelle braccia delle famiglie a cui sono stati affidati. Mi auguro che in questo modo si concluda la saga di Green Hill, triste e crudele per anni ma fortunatamente a lieto fine. Adesso l’obiettivo è chiudere tutti gli altri allevamenti di cani destinati alla vivisezione e arrivare al giorno, spero non ancora troppo lontano, in cui questa barbara pratica sarà proibita per sempre.

Probabilmente la Marshall, l’azienda titolare di Green Hill, ha rinunciato perché aveva capito che non aveva nessuna possibilità di vincere in tribunale, meglio quindi rinunciare che essere costretti a farlo da un giudice. Mi unisco all’appello di tutti coloro che ora chiedono il processo per punire i responsabili e chiudere l’allevamento della morte. Ma se in questa storia bisogna ringraziare qualcuno, allora va fatto nei confronti delle migliaia di cittadini volontari che da anni seguono con passione le vicende di Green Hill e che in più occasioni, con la pioggia, la neve o con il sole, hanno manifestato per le strade di Montichiari e di fronte ai cancelli di questo allevamento lager e in molte altre città italiane ed europee.

 

E’ a loro che tutti gli amanti degli animali d’Italia devono dire “grazie”, perché senza il loro impegno non si sarebbe innescato il processo virtuoso che ha portato lo scorso 18 luglio il Corpo forestale dello Stato ad eseguire il sequestro della Marshall di Montichiari. Come eurodeputato ho fatto il possibile per attirare l’attenzione dell’Europa verso quanto accadeva all’interno delle mure di Green Hill, presentando un’interrogazione scritta nel dicembre 2011 e andando in prima persona alla manifestazione dello stesso mese (VIDEO). Ma a fare davvero la differenza sono state appunto le migliaia di cittadini che hanno manifestato in prima persona mettendo la loro passione e il loro impegno e gettando il cuore oltre il recinto di Green Hill. Grazie a loro lo scempio di questo allevamento è finito sotto i riflettori dell’opinione pubblica italiana costringendo le autorità ad intervenire prontamente.

 

In Europa sto continuando la mia battaglia per risolvere il problema all’origine, ovvero arrivare un giorno alla messa al bando della vivisezione in tutto il continente. Non si tratta di un sentiero facile perché non tutti in Europa sono contrari e parte della comunità scientifica la reputa ancora indispensabile. Questo, a mio avviso, perché non si sta ancora investendo nei metodi alternativi come invece si dovrebbe, ma gli interessi dietro sono tanti, lo sappiamo bene. Al Parlamento europeo mi sto muovendo a 360° per cercare di indirizzare il più possibile la normativa europea verso l’addio alla vivisezione, ad esempio spingendo per l’entrata in vigore del divieto dei test sugli animali per i cosmetici nel marzo 2013 o proponendo vari emendamenti anti vivisezione in ogni relazione che tocca l’argomento e che passa per la commissione parlamentare di cui faccio parte (Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza alimentare) nonché scrivendo personalmente alle più alta cariche italiane.

 

Ricordo che è in corso una “iniziativa dei cittadini” dal titolo STOP VIVISECTION, consultabile al sito http://www.stopvivisection.eu/it, per cancellare la vivisezione dall’Europa, alla quale vi invito ad aderire sottoscrivendola.

 

Come detto, la strada è lunga e tortuosa, ma né io né le migliaia di cittadini che si sono impegnati in prima persona per fare chiudere Green Hill, abbiamo alcuna intenzione di mollare.

 

Andrea Zanoni

 

 

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