Ho scritto a Flavio Tosi e a tutti gli assessori e consiglieri di Verona per bloccare la sperimentazione animale al centro Aptuit/Glaxo. Il Comune ha il dovere morale di intervenire. No alla vivisezione, grazie a tutti i volontari che stanno manifestando fuori dalla Glaxo dallo scorso marzo.
Vi invito a fare in modo che le autorizzazioni concesse al Centro di Ricerca Aptuit, partner della GlaxoSmithKline, siano revocate prima possibile consentendo così la liberazione dei trentadue cani beagle che sarebbero lì detenuti e destinati alla vivisezione secondo quanto denunciato dall’associazione Freccia 45.
La vivisezione è una pratica obsoleta e inutile in quanto inadeguata per comprendere la reale efficacia dei prodotti farmaceutici sull’uomo. Auspico che l’amministrazione comunale faccia tutto il possibile affinché le autorizzazioni al centro di sperimentazione siano revocate quanto prima anche in segno di rispetto dei tanti volontari animalisti che stanno manifestando fuori i cancelli della Glaxo dallo scorso marzo e che ho avuto modo di incontrare di persona (VIDEO).
Le associazioni animaliste hanno denunciato lo scorso marzo l’arrivo di 32 beagle destinati alla vivisezione nei laboratori Glaxo/Aptuit di Verona a quanto pare provenienti dagli Stati Uniti e passati dal Belgio. Ho partecipato venerdì 29 marzo 2013 alla manifestazione di fronte ai cancelli della Glaxo/Aptuit di Verona organizzata dalle associazioni FRECCIA 45 – COORDINAMENTO FERMARE GREEN HILL – COMITATO MONTICHIARI CONTRO GREEN HILL per manifestare contro la vivisezione. (FOTO)
La vivisezione è assolutamente immorale e contraria ai diritti degli animali, sanciti sia dall’art. 13 del Trattato di Lisbona che definisce gli animali come “esseri senzienti”, sia dalla Convenzione di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia ratificata dall’Italia con Legge 4 novembre 2010, n. 201. Oltre all’assoluta inattendibilità scientifica dei test su animali e alla loro conseguente pericolosità per la salute umana, mi preme sottolineare l’assoluta inammissibilità da un punto di vista etico delle atroci sofferenze, vere e proprie torture, a cui sono sottoposti gli animali utilizzati per la sperimentazione.
Lo scorso aprile ho chiesto un incontro con il Vicepresidente Unipersonale della GlaxoSmithKline S.p.A. di Verona, Daniele Bertolani, per parlare dei 32 cani beagle che dovrebbero essere arrivati nella struttura per essere utilizzati in attività di ricerca da laboratorio. Volevo vederci chiaro. La Glaxo dice che ad occuparsi della ricerca è un’altra società, la Aptuit, ma l’unica cosa che a me e ai volontari delle associazioni che stanno manifestando da settimane sta a cuore è la salute dei 32 beagle. Ad oggi non ho ancora ricevuto risposta.
Andrea Zanoni