ANDREA

ZANONI

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Digiuno per salvare l’ambiente

Insieme ad alcuni amici dell’associazione Paeseambiente ho aderito oggi e domani (25-26 settembre) al digiuno iniziato lo scorso agosto da don Albino Bizzotto per dire basta allo stupro ambientale del nostro Veneto. Come i tanti cittadini che hanno già aderito a questo sciopero, anch’io voglio aggiungere la mia voce a quanti gridano da anni BASTA a una cementificazione folle che sta rovinando per sempre il nostro territorio e minacciano direttamente la nostra salute (VIDEO).

Don Albino Bizzotto, dell’Associazione “Beati i Costruttori di Pace”, è un uomo convintissimo della sua battaglia per l’emergenza ambientale che ha iniziato lo scorso agosto e al quale ho avuto il piacere esprimere personalmente la mia ammirazione. Si tratta di un atto dimostrativo teso a sollecitare l’impegno delle istituzioni per salvare il Veneto da cantieri, cave e discariche. Spinti dall’entusiasmo di questa iniziativa, molti cittadini veneti, membri di associazioni e non solo, hanno aderito a questo digiuno.

Oggi e domani (25-26 settembre) anch’io, in qualità di presidente dell’associazione ambientalista Paeseambiente, insieme ad altri cinque membri (Mario Zanardo, Orietta Gazzola e Franco Miotto  di Paese, Martina Crosato di Quinto di Treviso e Roberto Simonetti di Spresiano) aderisco a questo sciopero. Da trevigiani vogliamo attirare l’attenzione sul progetto di due discariche a Castagnole di Paese (TV), una di amianto del gruppo Mosole e l’altra di rifiuti speciali del gruppo Dal Zilio, sul mega elettrodotto da 380.000 volt di Terna S.p.a. tra Scorzè (VE) e Volpago del Montello (TV), sull’ampliamento della cava Biasuzzi di via Vecelli a Padernello e sull’ampliamento della cava Morganella tra Paese e Ponzano (TV).

Treviso, e tutto il Veneto in generale, rappresenta una delle regioni più cementificate ed inquinate d’Europa. È stato un crescendo doloroso dagli anni 80 in poi: dai 72 milioni di metri quadrati  all’anno di perdita di suolo agrario utilizzato degli anni Ottanta, ai 97 milioni mq/anno negli anni Novanta, ai 182 milioni mq/anno dal 2000 in poi. Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno. Nel  2009  dal  Piano  Regionale  di  Coordinamento  (PTRC) si osserva che a fronte di una media nazionale pari a 4,2 ettari pro capite/anno, l’impronta ecologica degli abitanti del Veneto è stata pari a 6,43 ettari pro capite/anno. Per non parlare poi dell’inquinamento, con il rapporto “Air quality in Europe 2012” dell’Agenzia europea dell’Ambiente che vede l’Italia come il paese che ha sforato più spesso i limiti comunitari per le polveri sottili, l’ozono, il monossido di carbonio, il nickel e il benzene, e che identifica proprio nella pianura padana uno dei punti più caldi, con un superamento due volte oltre la soglia limite. E poi, ciliegina sulla torta, la condanna della Corte di Giustizia Ue del dicembre 2012 proprio per la violazione della Direttiva Ue sulla Qualità dell’Aria.  

Di fronte a un panorama così gramo e alla irresistibile volontà di costruttori, cavatori e certi amministratori pubblici di continuare a spargere cemento sul nostro Veneto invece che metterne in valore l’unicità artistica e culturale e preservarne l’originale vocazione agricola e turistica, l’iniziativa di Don Albino Bizzotto rappresenta un urlo che invoca il rispetto di quanto è stato messo a tutti noi a disposizione per vivere e non a pochi per arricchirsi: il nostro ambiente. Oggi e domani io e i miei amici di Paeseambiente digiuneremo per unirci nella battaglia silenziosa che tanti cittadini residenti in Veneto stanno combattendo da anni per proteggere il territorio nel quale vivono con amore da sempre e che con amore un giorno vorranno donare ai propri figli.

Andrea Zanoni

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