ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Bocciata dalla Consulta la legge veneta sulle sanzioni da 3600 euro per chi disturba i cacciatori. Zanoni (PD): “Un sonoro ceffone a Zaia e Berlato e ai loro provvedimenti indecenti e incostituzionali”

Venezia, 11 luglio 2018 

“Dalla Consulta arriva un sonoro ceffone a Zaia e Berlato: la legge veneta sul disturbo venatorio è stata definitivamente cassata”. Commenta soddisfatto Andrea Zanoni lo stop al provvedimento, che prevedeva multe fino 3600 euro per chi ‘infastidiva’ i cacciatori, impugnato dal Governo Gentiloni il 10 marzo dello scorso anno. “La sentenza 148/2018 della Corte Costituzionale è una pietra tombale su una legge, la 1/2017, semplicemente indecente”.

 

Nel dispositivo è scritto che “le norme impugnate, quindi, attengono a comportamenti che pregiudicano la ‘ordinata e civile convivenza nella comunità nazionale’ (tra le altre, sentenze n. 108 del 2017, n. 300 del 2011, n. 274 del 2010, n. 129 del 2009), e in quanto tali sono riconducibili alla materia ‘ordine pubblico e sicurezza’ di cui alla lettera h) del secondo comma dell’art. 117 Costituzione, pur nella lettura rigorosa che questa Corte ha operato della stessa. (… omissis …)”.  “Per questi motivi la Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Veneto 17 gennaio 2017, n. 1 (Norme regionali in materia di disturbo all’esercizio dell’attività venatoria e piscatoria: modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 ‘Norme regionali per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio’ e alla legge regionale 28 aprile 1998, n. 19 ‘Norme per la tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna ittica e per la disciplina dell’esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della Regione Veneto)”. 

 

“Sono estremamente felice dell’esito – aggiunge il vicepresidente della commissione Ambiente – perché contro questa legge vergognosa, voluta da Berlato e promulgata da Zaia ho condotto, sia nelle Commissioni che in aula, una strenua battaglia provvedendo ad inviare, dopo la sua approvazione, una nota al Governo affinché la impugnasse. La bocciatura nell’aria, era già chiaro dall’arringa del relatore, il giudice Giancarlo Coraggio, nell’udienza pubblica del 5 giugno scorso, alla quale ho voluto essere presente a Roma: questa norma era ritenuta incostituzionale e perciò da cassare. Come può una Regione civile, pensare che sia legittimo far sanzionare un libero cittadino che vuole difendersi con la sola protesta e con le sole parole, dalla prepotenza di un cacciatore armato fino ai denti che gli spara sotto casa, addirittura con una multa di 3.600 euro?. È una vittoria dei cittadini onesti e rispettosi della legalità, che hanno manifestato e mandato mail di protesta, delle associazioni che hanno scritto al Governo contro la legge come Lac, Lav, Enpa, Legambiente, Lipu, Wwf, Grig, Ams, e ancora Oipa, Uepa, Liberi Tutti, Cpv e Meta”.

 

Zanoni nella nota ‘mette nel mirino’ il consigliere di Fratelli d’Italia Berlato: “Sarà ormai alla disperazione, prima la bocciatura da parte dei sindaci del Parco Colli della sua norma che tagliava drasticamente l’area protetta, poi lo stop della Corte Costituzionale della legge regionale 18/2016 su nomadismo venatorio, caccia al Cormorano, deroghe all’opzione di caccia, caccia da natante, consigli direttivi dei Comprensori alpini, adesso è stato servito il tris. Berlato non fa altro che collezionare bocciature per incostituzionalità delle sue fantasiose e indecenti proposte. Forse farebbe meglio a studiare quanto meno l’Abc del diritto e soprattutto la Costituzione! O in alternativa potrebbe dedicarsi all’ippica. Magari lì otterrebbe maggiori successi dato che finora a vantaggio dei sui sostenitori, i cacciatori veneti in deroga, è riuscito solo a far cambiare il loro menu: da polenta e ‘osei’ come i fringuelli, a polenta e nutrie, l’unica legge che non gli hanno respinto”.

 

Ma il consigliere dem non risparmia neanche il governatore della Regione: “Zaia dovrebbe smetterla una buona volta di assecondare leggine nate già morte che si traducono poi in un esborso certo di denaro dalle tasche dei cittadini. Basti pensare alle ore di dibattito delle commissioni, del Consiglio, le ore di lavoro degli uffici regionali,  i costi da sostenere per i contenziosi in sede costituzionale, quando in Veneto sul tavolo di lavoro ci sono problematiche di gravissimo rilievo che giacciono da mesi”.

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