ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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19 luglio 1992 IN VIA D’AMELIO LA MAFIA UCCIDE PAOLO BORSELLINO: IL SUO SACRIFICIO PER UN’ETICA DELLA VERITÀ

Oggi ricorre il triste anniversario della strage di Via D’Amelio dove 30 anni fa il giudice Paolo Borsellino e 5 agenti della scorta morirono per l’attentato mafioso a soli 57 giorni da quello di Capaci che uccise l’amico e collega Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e 3 agenti della scorta.
Una pagina tra le più tragiche della storia della Repubblica. Depistaggi, deviazioni, bugie e false testimonianze anche da parte delle forze dell’ordine l’hanno resa doppiamente drammatica. Ricordare oggi la strage di Via D’Amelio deve servire soprattutto come deterrente alla semplice commemorazione, che spesso trasforma tali ferite alla nostra democrazia in ricordi istituzionalizzati, doverosi sì, ma non sufficienti. Ricordare Borsellino oggi deve essere il puntuale rinnovo al bisogno di verità e giustizia che io e, come me, tutti i cittadini onesti dobbiamo pretendere dal nostro paese e dalle nostre istituzioni. Solo smettendo di pretenderlo offendiamo la memoria di questo eroe e ne vanifichiamo il sacrificio senza il quale la vita di tutti sarebbe meno libera e meno dignitosa. Contrastare le mafie e la criminalità è uno sforzo che anche il nostro territorio chiede ormai sempre più frequentemente alla politica. Come Presidente della Commissione Antimafia del Consiglio regionale e come cittadino credo sia allora necessario un momento di riflessione oggi per mantenere vigile e costante il rifiuto e il disprezzo verso le mafie e rinnovare sempre l’esigenza di democrazia e giustizia. Andrea Zanoni
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