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Pnrr – Zanoni (PD): “Dissesto idrogeologico, priorità condivisa ma tanti dubbi sulla ripartizione delle risorse. E su sostenibilità e autonomia energetica proprio non ci siamo”

Venezia, 16 marzo 2022

“Il contrasto al dissesto idrogeologico è una priorità condivisa ma restano tanti dubbi sulla ripartizione delle risorse e sulla fattibilità dei progetti che devono essere realizzati entro il 2026, mentre sulla sostenibilità non ci si può limitare a Venezia come se il resto del Veneto non esistesse. Questi due capitoli fanno la parte del leone all’interno della progettualità della Regione per i fondi del Pnrr: monitoreremo costantemente come verranno impiegati e chiederemo una rendicontazione puntuale delle spese nelle varie Commissioni. Sono tanti soldi e tantissimi cantieri e abbiamo ben presente l’allarme lanciato dal procuratore Cherchi in audizione in Quarta commissione sul rischio infiltrazioni in un momento così difficile per la nostra economia”. Il presidente della commissione Legalità Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico Veneto, torna sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha impegnato l’aula ieri pomeriggio con la discussione di sei risoluzioni dopo l’illustrazione delle 16 proposte progettuali della Giunta, evidenziando quelle che a suo giudizio rappresentano le maggiori criticità.  “Il libro dei sogni di un anno fa, con 155 progetti, è stato riposto in un cassetto come avevamo suggerito con ampio anticipo e anche il fabbisogno finanziario si è ridotto da 25 a 7,8 miliardi. Ben 2,8 riguardano il dissesto idrogeologico ed è una scelta condivisibile. Siamo però interessati a capire come si articola la proposta, perché il Pnrr dà delle tempistiche decisamente stringenti: ricordo che nella prima versione erano state inserite delle opere per le quali servono almeno quindici o venti anni di cantierizzazione, come ad esempio le casse di espansione sul Piave”, sottolinea Zanoni che a Palazzo Ferro Fini è componente della commissione Territorio e Ambiente.

“Sulle energie rinnovabili, invece, la progettualità della Giunta è carente: si poteva davvero cominciare a pensare a un Veneto che andasse verso la autonomia energetica e avere una Regione, non una singola città, capitale europea della sostenibilità. Abbiamo bisogno di un Veneto moderno, tecnologico che usa energia prodotta a chilometro zero. Altra nota dolente – sottolinea ancora – è l’agricoltura: abbiamo produzioni eccellenti e a chilometro zero, dovremmo puntare finalmente su biologico, sostenibilità, riduzione dell’uso di pesticidi e chimica di sintesi oltre alla tutela della biodiversità; in Italia siamo ultimi per la superficie a biologico”.

“Guardando il lato positivo – afferma in chiusura – la riduzione delle opere da 155 a 16 ha portato alla cancellazione di un bel po’ di asfalto: visto che siamo una delle Regioni con maggior consumo di suolo questo freno è una buona notizia”. 

 

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