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Pdl 50 – Zanoni (PD): “Dalla maggioranza emendamenti pericolosi: basta saccheggi sul Piave, fiume sacro alla Patria”

Venezia, 14 giugno 2021

“Tra criticità segnalate nella scheda Sin dell’Ufficio legislativo e, soprattutto, gli emendamenti presentati dalla maggioranza, sono preoccupato per l’andamento dei lavori in Seconda commissione sul Pdl 50: basti pensare alla possibilità di estrarre ghiaia in assenza dei piani del Genio civile, con una deroga che aumenta di quattro volte la quantità prevista dalla legge attuale: basta saccheggi sul Piave, fiume sacro alla Patria!”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni a proposito del Progetto di legge sull’adeguamento ordinamentale in materia di governo del territorio, viabilità, lavori pubblici, appalti, ambiente, protezione civile ed acque minerali e termali, all’esame della commissione competente. 

 

“In particolare – spiega l’esponente Pd trevigiano – sono preoccupato dall’emendamento depositato dal collega leghista Bet che va a modificare la legge 41/88 sull’estrazione di materiali litoidi e ghiaia nelle aree golenali dei corsi d’acqua. La normativa in vigore parla chiaro: in attesa dei piani del Genio civile previsti dall’articolo 1, l’articolo 2 consente di agire in deroga fino a 20mila metri cubi. Qua limite viene alzato a 80mila metri cubi, con singoli interventi da massimo 20mila, quadruplicando quindi la quantità di materiale da scavare, un’enormità! Un’ipotesi del genere non tiene conto dell’assalto subito dal Piave: tra Cimadolmo, Spresiano Candelù, Maserada e Breda in questi anni sono stati estratti circa due milioni di metri cubi di ghiaia, adesso sono in corso scavi a Spresiano e in altre località, sempre a botte autorizzative da 20mila metri cubi. Questo ha portato alla canalizzazione del fiume, con conseguente aumento di velocità del deflussi delle acque, che in alcuni casi ha addirittura aggravato il fenomeno dell’erosione dei campi agricoli circostanti”.

 

“Tutto sul Medio Piave, perché è comodo, e profittevole, intervenire in quell’area. A differenza del Basso Piave, dove nessuno mette mano, nonostante una reale necessità come indicato anche dall’autorevole professor D’Alpaos. Qua servirebbe abbassare fondali ed estrarre fanghi e limi, così da regolamentare il deflusso, in una zona dove in passato ci sono state esondazioni che hanno causato danni ingentissimi: mi sarei aspettato un impegno in tal senso, invece niente perché non hanno valore economico. È un film già visto con il caso degli alberi sul Piave, su cui ho presentato un’interrogazione: anziché tagliare e portar via quelli schiantati, si eliminano quelli sani. Si danno autorizzazioni laddove il privato crea profitto, altrimenti tutti se ne disinteressano”.

 

Ma Zanoni sottolinea come i nodi da sciogliere siano molteplici. “Sono arrivati in Commissione anche emendamenti a dir poco incomprensibili o addirittura inutili che vanno a doppiare norme statali già esistenti, creando ulteriori disposizioni che non porteranno alcun beneficio concreto, come quello del collega Soranzo sul deflusso delle acque dei fiumi. Inoltre vanno ricordate le criticità segnalate nella scheda Sin per quanto riguarda alcune disposizioni sui contratti pubblici: l’articolo 6 del Pdl appare a rischio incostituzionalità perché un contrasto con il Codice dei contratti e pertanto potrebbe essere impugnato”.

 
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