
Ca’ Roman, posto all’estremo sud dell’isola di Pellestrina, nella Laguna di Venezia, è un sito di eccezionale interesse paesaggistico, storico e naturalistico: un’Oasi che ospita habitat preziosi e residuali e oltre 170 specie di uccelli, alcune delle quali rare e minacciate.
Oggi Ca’ Roman, dopo le devastazioni causate dal progetto MOSE, è nuovamente in pericolo.
Il Comune di Venezia, infatti, ignorando le principali osservazioni presentate da diverse associazioni ambientaliste, ha approvato un progetto di “recupero” che causerà danni gravi e irreversibili all’Oasi.
Undici delle quarantadue ville bifamiliari, previste nell’ex colonia delle suore Canossiane, saranno realizzate in un’area ancora vergine, che garantisce il mantenimento dell’unico collegamento laguna – dune – mare ancora integro in tutto il litorale veneziano. Un’area speciale, dichiarata non edificabile dal PALAV (Piano di Area della Laguna e dell’Area Veneziana) e dove lo stesso Comune prevede “esclusivamente interventi manutentivi sulla vegetazione esistente”.
Alla Proprietà (Ca’ Roman s.r.l.) è stata anche concessa la riattivazione dei pozzi esistenti per estrarre acqua dalla falda: una pratica proibita dalla Legge Speciale per Venezia sin dal 1973 per gli accertati effetti negativi sulla subsidenza del suolo lagunare. Il prelievo d’acqua dai pozzi, voluto dalla Proprietà solo per risparmiare sui costi di allacciamento alla rete idrica, potrà avere pesanti ripercussioni sugli habitat e sulle specie presenti nell’Oasi.
E’ evidente, inoltre, la volontà della Proprietà di realizzare, sul fronte lagunare, un attracco per le barche dei futuri proprietari delle ville con ulteriori problemi d’inquinamento delle acque e disturbo per la fauna.Ca’ Roman è, dunque, un caso emblematico di una battaglia di civiltà a tutela di un patrimonio naturale, di un bene comune riconosciuto e apprezzato da tutti a parole, ma sacrificato, nei fatti, agli interessi speculativi di pochi, potenti privati.
Per cercare di bloccare questa perdita irreversibile, Italia Nostra si è rivolta alla giurisdizione amministrativa (TAR), ma la sospensiva dei lavori è stata negata. Oggi, per continuare questa battaglia di legalità, avanti il Consiglio di Stato, occorre disporre di almeno 4-5.000 euro.
Il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Lido si fa, quindi, promotore e garante di una campagna per la raccolta dei fondi a favore di Ca’ Roman.
Abbiamo bisogno del tuo aiuto economico e, se possibile, anche della tua disponibilità per la diffusione di questa campagna. Con il tuo aiuto possiamo fermare le ruspe ed evitare che il partito del cemento violi, ancora una volta, uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione: la tutela del paesaggio.
Coordinamento Associazioni Ambientaliste del Lido I versamenti vanno effettuati sulla PostePay intestata a Federico Antinori, numero 4023 6006 3898 1490 e comunicati a paolo@unaltrolido.com
Per informazioni: 3476675317
I risultati della raccolta fondi saranno pubblicati sul sito del Coordinamento: www.unaltrolido.com.