ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Legge regionale sulla liberalizzazione delle cave: dalla Lega solo promesse a tutti, per ora nessuno scudo per la Marca trevigiana, decida da che parte stare.

Prendo atto dai giornali che l’assessore regionale all’Ambiente Bottacin avrebbe promesso ai sindaci di mettere uno scudo alla provincia di Treviso contro la liberalizzazione all’attività di cava prevista dall’art.61 del PDL 194 sul collegato alla legge di stabilità 2017 sul bilancio in corso di votazione a Palazzo Ferro Fini.

Ad oggi però non mi risulta nessun emendamento depositato in aula che modifica l’articolo sulle cave che attualmente prevede per ogni cavatore la possibilità di ampliamento di mezzo milione di metri cubi per ogni cava e la rimozione degli importanti limiti previsti dalla vecchia L.R.44/1982, perciò ad ora queste dell’assessore restano solo promesse.

Credo perciò prematura e pericolosa la cantata vittoria dei sindaci trevigiani che tra l’altro sa un po’ da “Mors tua vita mea” dato che per i loro colleghi di Vicenza e Verona la deregulation sulle cave di ghiaia resterebbe con tutti i relativi problemi, compresa la questione di possibile incostituzionalità di una norma che crea disparità tra province della stessa regione.

La soluzione deve perciò essere diversa tutelando tutti i comuni groviera del Veneto, nessuno escluso. Bisogna prevedere l’eliminazione di questo “regalo di fine anno” ai cavatori con il suo stralcio dal bilancio e l’esame del vero strumento pianificatorio, il Piano cave o PRAC, da discutere preventivamente in Commissione Ambiente, dove, alla luce del sole, sentire in audizione associazioni ambientaliste, sindaci, cavatori.

I Sindaci infatti, informati del blitz sulla liberalizzazione delle cave solo da noi dell’opposizione (l’unica denuncia pubblica in merito è del sottoscritto ed è datata 25 novembre) non sono mai stati sentiti dalla Commissione Ambiente ma al chiuso della “Sala Giunta” di Palazzo Ferro Fini dai rappresentanti della Lega e dall’assessore leghista Bottacin.

In merito alla confusione in casa Lega sulla questione cave spero che i colleghi leghisti si mettano finalmente d’accordo e decidano da che parte stare in merito al blitz sulla libertà di cava, in Consiglio infatti in questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori: prima ci arriva il PDL 194 sul Collegato alla Legge di Stabilità a firma della Giunta che prevede la demolizione degli ultimi vincoli ai cavatori, poi in Commissione Ambiente i leghisti Rizzotto, Finco e Montagnoli propongono con Giorgetti un emendamento che peggiora ancor di più la situazione assecondando le ultime richieste dei cavatori, mai contenti, eliminando il tetto dei 2 milioni di metri cubi per provincia e la fascia di rispetto dei 200 metri; poi l’Assessore all’Ambiente Bottacin promette ai sindaci a parole uno scudo per la sola provincia di Treviso; infine la consigliera Rizzotto beccata con le mani nella marmellata va su tutte le furie e mi attacca perché la accuso di assecondare i cavatori nonostante l’emendamento pro cavatori da lei sottoscritto dimostri le sue piene responsabilità.

Per fare chiarezza e portare alla luce la vera natura dei colleghi leghisti in materia di cave ho depositato degli emendamenti e depositerò un ordine del giorno al Bilancio 2017 che prevede norme che rendono giustizia ai territori come il parere vincolante del comune su ampliamenti e nuove cave, l’obbligo della ricomposizione progressiva oggi prevista per le Calende greche, il divieto di autorizzare ampliamenti per quei cavatori sanzionati per abusi sull’escavazione (come accaduto recentemente per escavazioni abusive per la cava Morganella a Paese e Ponzano Veneto); vedremo all’ora del voto da che parte staranno.

Fra poco è Natale e la gente pensa al panettone e non all’ambiente, speriamo che la maggioranza non giochi su questo fatto per approvare l’ennesima norma indecente ai danni dei veneti.

Andrea Zanoni – Consigliere Regionale e Vice Presidente della Commissione Ambiente

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