ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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La maggioranza in regione vuole il ritorno dei nomadi della caccia.

Con un emendamento fuori sacco presentato al PDL 138 sul cosiddetto “Collegato” dai capogruppo in Consiglio regionale Barison di Forza Italia, Finco della Liga Veneta Lega Nord, Rizzato  della Lista Zaia, Guadagnini di Veneto Indipendente, Berlato di Fratelli d’Italia e Ciambetti Presidente del Consiglio, il 19 maggio scorso la Terza Commissione consigliare ha approvato un articolo, il 57, che prevede, dopo ben 24 anni, il ritorno del nomadismo venatorio in Veneto.

Con la legge statale 157/92 e la legge regionale 50/93 sulla caccia vennero approvate delle norme utili ad instaurare un legame del cacciatore ad un determinato territorio attraverso l’iscrizione agli ATC – Ambiti Territoriali di Caccia, trovando il favore sia dei cacciatori che degli ambientalisti e agricoltori; l’emendamento distrugge questo importante legame consentendo a tutti i cacciatori di spostarsi per la caccia agli uccelli migratori anche negli ambiti “altrui” in tutta le regione.

Trovo vergognosa la proposta dei Capigruppo e del Presidente del Consiglio regionale sia per i contenuti perché provocherebbero danni sia agli uccelli migratori con dannose concentrazioni di cacciatori in determinati habitat, ma anche ai cacciatori ospitanti che si vedrebbero invasi da “foresti”, sia per le modalità, ovvero tramite un blitz dell’ultimo minuto in commissione tale da scavalcare così sia il parere dell’Ufficio legislativo sia le consultazioni che vengono fatte per leggi di tale portata con le associazioni di categoria dei cacciatori, degli agricoltori e degli ambientalisti.

Come ho avuto modo di denunciare con un’interrogazione del 2 novembre scorso già oggi si verificano decine di incidenti venatori a danno di cittadini e di agricoltori i cui colpevoli restano spesso impuniti anche se fanno parte di un elenco ristretto di cacciatori iscritti ad un determinato Ambito Territoriale di Caccia, figuriamoci cosa potrebbe accadere se questa norma passerà, ognuno potrebbe fare scorribande in tutta la regione e nell’anonimato senza possibilità di essere individuato in caso di incidenti, bracconaggio o danni a persone o alle colture.

Trovo gravissimo inoltre che i cacciatori nomadi non dovranno chiedere il permesso e nemmeno comunicare la loro presenza all’ambito che li ospiterà, questo creerà grossi attriti locali soprattutto in quelle province come Treviso, Venezia, Padova, Rovigo  e Verona dove esiste una tradizione dell’autogestione della caccia, province che verranno “invase” dai numerosissimi cacciatori vicentini (sono quasi la metà del totale dei cacciatori veneti) tradizionalmente dediti alla caccia ai piccoli uccelli migratori e al nomadismo in altre province, a tal proposito mi hanno già contattato dei cacciatori trevigiani che sostengono fortemente la contrarietà a questo provvedimento. Già da domani darò battaglia contro questo articolo in Prima Commissione chiamata a dare il parere sul PDL 138.

Andrea Zanoni Consigliere Regionale

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