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FOCOLAIO AIA, ZANONI: “PER TENERE APERTA UN’AZIENDA SI RISCHIA DI DOVERNE CHIUDERE DIECIMILA”

 

“Chiedo a Zaia di rivedere la sua posizione sul caso dell’Aia di Vazzola: per tenere aperta un’azienda si rischia di doverne chiudere diecimila”. La presa di posizione è del consigliere regionale del Partito Democratico e candidato alle prossime elezioni Andrea Zanoni.

“Francamente non capisco perché il governatore si ostini a non voler scongiurare un’ulteriore propagazione del virus e non intervenga sollecitando la chiusura dello stabilimento di Vazzola, dove continua ad esserci una situazione a dir poco allarmante – afferma Zanoni -. Alla luce del dilagare dell’epidemia non vedo perché si preferisca evitare di chiudere per un periodo l’azienda. I lavoratori dell’Aia sono sottoposti al rischio di contagio ed inevitabilmente lo sono anche i loro famigliari, con il pericolo concreto di un effetto a catena: prova ne è quanto accaduto in questi giorni al Conegliano Calcio, dove il padre di un giovane giocatore che lavora all’Aia è risultato positivo e si è dovuto effettuare il tampone anche i compagni di squadra”.

“Oltre alla chiusura dello stabilimento di Vazzola, chiediamo a Zaia, alla Prefettura e all’Ulss di sottoporre a screening tutti i lavoratori dell’azienda e anche quelli della filiera – dicono Andrea Zanoni e Giulia Tonel, candidata del Partito Democratico alle regionali che sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione -. Non bastano i tamponi, ma servono anche i test sierologici per riuscire a comprendere chi ha contratto il virus e chi ha sviluppato anticorpi. Quella dei mattatoi, come sottolineato anche dalla Lav, è un’attività ad alto rischio dal punto di vista della diffusione di malattie e serve la massima cautela. Ci appelliamo a Zaia, non si vada incontro ad un lockdown generalizzato: evitando di chiudere un’azienda si rischia di doverne chiudere altre diecimila”. 

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