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Zanoni: «Troppe armi incustodite nelle case. Mancano controlli adeguati»

Dopo l’ultimo episodio verificatosi a Desenzano del Garda (BS), quando un ragazzino di 17 anni è stato arrestato dai Carabinieri per essersi presentato in classe con il fucile da caccia del padre, con un colpo in canna e una trentina di cartucce, l’eurodeputato Andrea Zanoni ha commentato: «È arrivato il momento di provvedere prima che la situazioni precipiti ulteriormente. Serve una legge severa che assicuri controlli e sanzioni pesanti per la custodia delle armi e che preveda i casi in cui devono essere confiscate».

 

Sabato 8 giugno 2013, uno studente diciassettenne del liceo Bagatta di Desenzano sul Garda (BS) si è presentato a scuola indossando una tuta mimetica, con una scatola contenente un fucile da caccia con il colpo in canna e una trentina di munizioni.

 

I Carabinieri della locale Stazione, allertati da un insegnante, sono intervenuti ed hanno preso in consegna il fucile. Dopo l’interrogatorio in caserma, il giovane è stato arrestato e, alla fine, ha confessato che avrebbe voluto sparare dalla finestra ai passanti per festeggiare l’ultimo giorno di scuola. Ora è al carcere per minori “Beccaria” di Milano: dovrà essere sentito dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale dei minori di Brescia per la convalida dell’arresto per porto illegale di arma da fuoco, con l’aggravante di aver portato il fucile in un istituto scolastico. Il padre sarà iscritto nel registro degli indagati per omessa custodia del fucile.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Paramento europeo ha affermato: «Abbiamo arsenali casalinghi con migliaia di armi. Nella sola provincia di Vicenza, per esempio, se pensiamo che in passato abbiamo raggiunto punte di 25.000 cacciatori, non si esagera se si stimano dalle 100.000 alle 200.000 armi come minimo. Ma quando un cacciatore non rinnova più la licenza oppure invecchia o muore, che fine fanno quei fucili? Chi controlla che le armi siano veramente intestate ad altra persona che le custodisce a norma? E nei casi di alcolisti mi domando se vengano prese tutte le precauzioni del caso».

 

La memoria torna al caso del luglio 2009 quando, a Bosco di Nanto (VI), un ottantaquattrenne aveva ucciso con una fucilata il tenente colonnello dei Carabinieri Valerio Gildoni, che era intervenuto dopo che l’anziano si era barricato in casa. Per quasi 10 ore, il pensionato era rimasto al primo piano della sua abitazione imbracciando il fucile da caccia Beretta calibro 16, con cui aveva sparato tre colpi e uno l’aveva in canna.

 

«I fatti di cronaca devono farci riflettere – ha concluso Zanoni – È necessario provvedere immediatamente attraverso una legge, per garantire più sicurezza ai cittadini. Deve essere previsto un limite di armi per persona ed il ritiro obbligatorio in casi di inabilità, demenza e in tutte quelle condizioni psichiche o fisiche che non permettono al soggetto di gestire correttamente l’arma. È una questione di sicurezza pubblica».

 

 

 

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