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Zanoni: «La magistratura indaghi sulle responsabilità dei disastri causati dall’alluvione di Vicenza »

Un tecnico vicentino dall’esperienza trentennale nel campo delle costruzioni idrauliche ha denunciato anni di errori da parte di chi doveva mettere in sicurezza gli argini dei fiumi Bacchiglione e Tesina, le cui acque hanno invaso il capoluogo berico nelle alluvioni del 2010 e 2012. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Invito la Magistratura, dopo l’ennesima segnalazione di lavori non eseguiti a regola d’arte, a fare subito chiarezza e a compiere le indagini necessarie ad individuare eventuali responsabili del disastro che ha sconvolto la vita a migliaia di vicentini»

 

Un tecnico ruspista, dipendente di un’impresa di costruzioni idrauliche del Vicentino, ha testimoniato di aver assistito a errori gravi in trent’anni di escavazioni e ringrossi arginali, indicando nei lavori effettuati non a regola d’arte la causa delle alluvioni che hanno messo in ginocchio Vicenza prima nel 2010, poi nel 2012.

 

Il tecnico ha portato come esempio la strozzatura che è stata creata a Longare (VI) e che rischia di mandare il capoluogo berico sott’acqua. Alla confluenza con il fiume Tesina, il Bacchiglione si trova una porta chiusa: prima il fiume si alzava e si allargava, invadendo l’area compresa tra l’argine maestro della frazione di Secula e i colli Berici. Dopo i lavori compiuti non è più possibile, perché sono stati rialzati e ringrossati gli argini delle sponde. In questo modo, l’acqua che attraversa il centro storico si ferma a Longare e sale a ritroso: prima nella frazione di Debba, poi in quella di Santa Croce Bigolina e così la località Ca’ Tosate rischia sempre di finire sommersa.

 

Secondo il tecnico, la zona tra Col de Ruga e Secula, a Longare, sarebbe un’area di espansione naturale del fiume. E sarebbe bastato, oltre a rialzare l’argine maestro di Secula com’è stato fatto, crearne uno verso il monte, alzando la pista ciclabile: si sarebbe creata una zona golenale larga quasi 400 metri, in grado di ricevere l’acqua.

 

L’esperto ha puntato il dito anche contro i nuovi bacini di laminazione, segnalando che quelli già esistenti, di fatto, vengono chiusi.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Invito la Magistratura a fare finalmente  luce su questa inquietante vicenda dell’alluvione. Se le accuse lanciate fossero tutte provate sarebbero gravissime, perché in ballo c’è la sicurezza di migliaia di persone. Prima nel novembre 2010, poi nel 2012, durante le ultime due alluvioni che hanno messo in ginocchio Vicenza abbiamo assistito ai momenti drammatici che ha vissuto chi ha perso tutto, chi ha dovuto chiudere l’attività, chi, in una notte, si è visto sconvolgere l’esistenza. Quello che è successo pare non abbia finora trovato alcun responsabile. Le dichiarazioni di un tecnico con trent’anni di esperienza rimettono tutto in discussione, anche perché sembra non siano le uniche campane di allarme. Personalmente cercherò di contribuire a fare chiarezza. Ora, però, tocca alla Magistratura fare la propria parte: le denunce e le accuse non mancano e deve esserne accertata senza ombra di dubbio la fondatezza»

 

L’eurodeputato organizzerà con il Coordinamento Protezionista Veneto il prossimo 12 aprile, alle ore 21.00, una conferenza su cui verranno rese note alcune importanti informazioni relative al disastro dell’alluvione di Vicenza.

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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