ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Zanoni, Guarda e Bartelle: “Gabbiano reale inchiodato su un cartello segnaletico all’oasi di Ca’ Roman, atto barbaro e vergognoso. Speriamo che i responsabili vengano assicurati alla giustizia, ma servono più controlli”

Venezia, 20 luglio 2018



“È un gesto barbaro e vigliacco, ci auguriamo che i responsabili vengano individuati quanto prima. Oltre alla ovvia condanna morale, un atto del genere ha anche delle implicazioni penali: il Gabbiano reale è infatti una specie protetta, ai sensi della legge 157/92 sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia”. Andrea Zanoni (PD), Cristina Guarda (AMP) e Patrizia Bartelle, consiglieri dell’Intergruppo per il benessere e la conservazione degli animali e della natura, commentano così quanto accaduto nella riserva naturale di Ca’ Roman dove un volatile è stato trovato inchiodato a un cartello segnaletico.

“Non è la prima volta che l’oasi di Pellestrina, gestita dalla Lipu, finisce nel mirino di vandali o bracconieri, basti pensare all’incendio doloso dell’aprile 2017. Stavolta oltre a uccidere un gabbiano hanno anche rubato una preziosa fototrappola per il controllo della riserva. Ci appelliamo alle forze dell'ordine affinché conducano le dovute indagini e a tutti quei cittadini che dovessero avere utili informazioni per individuare questo delinquente. Servirebbe comunque maggiore vigilanza per un’area che è Sito di importanza comunitaria (Sic) e Zona di protezione speciale (Zps) e dove, oltre al Gabbiano reale, è possibile ammirare specie rare e a rischio come il Fratino o il Fraticello. Ma oltre ai controlli costanti ci vorrebbero pene più severe. Anche perché l’uccisione di esemplari protetti, o addirittura in via di estinzione, è un fenomeno in preoccupante crescita. E il Veneto per le attività di bracconaggio è uno dei ‘buchi neri’ d’Italia. Ma anziché perseguire questi criminali, la Regione ha dedicato le proprie attenzioni a punire chi disturba i cacciatori, schierandosi come sempre con quella parte estremista e minoritaria della lobby delle doppiette, con una legge dalle sanzioni spropositate, bocciata, com’era prevedibile, dalla Corte Costituzionale”.

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