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Zanoni (PD): “Mercurio in falda: Bottacin eviti repliche piccate ai Consiglieri, trovi tempo e coraggio per affrontare i problemi di inquinamento del Veneto”

“Fa piacere che Bottacin replichi celermente ai Consiglieri di opposizione: se fosse altrettanto solerte nell’affrontare i problemi di inquinamento del Veneto, tutti i cittadini ne avrebbero sicuro giovamento”. Andrea Zanoni, esponente dem e Vicepresidente della Seconda commissione consiliare, torna sul caso delle falde acquifere contaminate da mercurio nel Trevigiano, replicando all’assessore all’Ambiente.

“Trovo fortemente sconveniente il modo con cui replica al sottoscritto e ai sindaci facendo poi da scaricabarile su Arpav. Un film già visto troppe volte con la Giunta Zaia – prosegue il Consigliere del Partito Democratico – secondo cui i responsabili sono sempre da cercare altrove. Io sto cercando di dare un contributo per risolvere una questione che sto seguendo da anni. Come ‘semplice’ Consigliere ho chiesto e ottenuto un preventivo di un idrogeologo per uno studio utile a individuare la fonte primaria di inquinamento da mercurio, sostanza altamente cancerogena, finora sconosciuta. L’Assessore nel frattempo cosa fa? Gli scontri e le polemiche fini a sé stesse, a lui tanto care, non mi interessano”.

“Su questo gravissimo caso di inquinamento delle falde acquifere nel Trevigiano, che interessa i Comuni di Quinto, Treviso, Casier, Mogliano e Preganziol e che si sta espandendo verso sud, è inutile che Bottacin cerchi di contrapporci ad Arpav. Nessuno ha detto che i loro monitoraggi non servono – puntualizza Zanoni – bensì che sono inefficaci per risalire alla fonte. Ho incontrato più volte i responsabili dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale e mi hanno confermato che hanno rinunciato quasi subito a cercare la fonte di inquinamento per mancanza di fondi, dato che quelli stanziati per il progetto Memo sono andati esauriti quasi subito. A sconcertare, semmai, sono le giustificazioni dell’Assessore, secondo cui questa ricerca sarebbe inutile, poiché, anche se si trovasse la fonte, non si potrebbe più perseguire il responsabile dell’inquinamento perché è passato troppo tempo. In realtà le cose stanno diversamente. Esiste una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 3259 del 19 febbraio 2016, secondo cui il danno ambientale non si prescrive da quando è cessata l’azione di inquinamento, ma solo da quando le conseguenze dannose saranno rimosse da chi le ha causate. E visto che i danni ci sono tutt’oggi, il colpevole, anche se ha inquinato 50 anni fa, è ancora responsabile. Ma non solo: se ha ceduto l’attività o il bene che ha inquinato, l’acquirente ‘si prende in carico’ anche la responsabilità dell’inquinamento. Così dice la sentenza della Cassazione”.

“Quando si amministra una regione come la nostra – afferma il Consigliere – servirebbero più coraggio e determinazione. Bottacin dimostri di averne almeno un po’ e non lasci soli e impotenti i sindaci che lo hanno incontrato non per fare polemica ma per contribuire, anche economicamente, a risolvere un problema che colpisce migliaia di cittadini. I precedenti dovrebbero consigliare l’assessore ad agire diversamente”.

“In Veneto, anche di recente, sono stati fatti molti errori di sottovalutazione, come nel 2013 con i risultati di una ricerca di Cnr-Irsa e Arpav sui Pfas. Evitiamo di ripeterli – conclude Zanoni – poiché le conseguenze, col passare del tempo, si ingigantiscono, ripercuotendosi sull’ambiente, sulla salute dei cittadini e sulle loro tasche”.

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