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Zanoni (PD): “Eternit nell’area sequestrata al Parco di San Giuliano, Arpav ha già effettuato le analisi per scongiurare contaminazioni ambientali e della falda acquifera?”

Venezia, 12 luglio 2019

“Quali sono i risultati delle analisi di Arpav dopo il ritrovamento di rifiuti di eternit al Parco di San Giuliano? È stato eseguito un monitoraggio dell’aria e della falda acquifera per scongiurare contaminazioni?”. Le due domande sono del consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, primo firmatario di un’interrogazione sottoscritta anche dai due colleghi veneziani, Bruno Pigozzo e Francesca Zottis. Una richiesta di accertamenti che fa seguito al sequestro, la scorsa settimana, di un’area del parco dove erano in corso lavori per renderla utilizzabile per eventi musicali, culturali e sportivi. 

 

“A quanto risulta dall’inchiesta, in alcuni punti si sarebbe scavato a oltre un metro e mezzo di profondità, raggiungendo substrati notoriamente inquinati, visto che il parco è stato realizzato sopra un’ex discarica di rifiuti industriali. Il pericolo di contaminazione è quindi reale, a maggior ragione se le ditte impegnate nelle operazioni, invece di rimuovere i fanghi e la terra scavata, dovessero averli ‘rilavorati e distribuiti in altre zone del parco. È uno scenario plausibile – sottolinea ancora Zanoni – che non può che destare forti preoccupazioni tra i cittadini”. 

 

“Ben prima del sequestro, addirittura il 27 marzo – ricorda il consigliere del Pd – Legambiente aveva inviato una nota alla Regione sulle troppe lacune del progetto come l’assenza di Vinca (Valutazione incidenza ambientale) e Via (Valutazione impatto ambientale), il parere  preventivo di compatibilità paesaggistica da parte della Soprintendenza e accurate indagini geologiche all’interno del Progetto di fattibilità approvato. Nota rimasta senza replica e con tanto di sollecito spedito il 27 giugno. Com’è possibile che mancassero tutte queste autorizzazioni?”, chiede Zanoni.

 

“In seguito al blitz dei carabinieri forestali ci sarebbero tre indagati con l’accusa di gestione illecita dei rifiuti, per non aver smaltito secondo la normativa la terra dei carotaggi. Spetta però ad Arpav verificare se ci siano rischi o meno. Perciò, oltre alle analisi ambientali sulle fibre di amianto aerodisperse, vogliamo sapere se sia stato eseguito un monitoraggio della falda acquifera, quali tipologie di rifiuti siano state rilevate e la loro destinazione”. 

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