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Zanoni (PD) calendario venatorio gravemente sbilanciato e contrario ai criteri scientifici , non tiene conto delle specie a rischio estinzione che devono essere tutelate”

Comunicato stampa

 

 

Venezia, 14 giugno 2017 – “Un calendario che non concilia assolutamente le esigenze di tutela della fauna selvatica da un lato e dell’esercizio dell’attività venatoria dall’altro, del tutto sbilanciato a favore delle doppiette e che non rispetta le direttive comunitarie”. È negativo il giudizio del consigliere del Partito Andrea Zanoni sul calendario venatorio approvato ieri dalla Giunta.

“L’esempio più eclatante è il fatto che venga consentita, ancora, la caccia di specie che rischiano l’estinzione, come quelle classificate Spec1 nell’ultimo report di Birds in Europe. Si tratta di Coturnice, Moriglione, Pavoncella, Tortora selvatica e Tordo sassello, tutte minacciate a livello mondiale, non solo italiano. Il Veneto detiene con la Lombardia il triste primato dell’autorizzazione alla caccia di specie in stato di conservazione sfavorevole”, ricorda Zanoni che nelle scorse settimane aveva presentato un’interrogazione sottoscritta anche dalle consigliere Cristina Guarda (AMP) e Patrizia Bartelle (Movimento 5 Stelle) chiedendo di eliminare queste specie dal calendario venatorio.

“La fauna selvatica, per legge, è un patrimonio indisponibile dello Stato e va tutelato di conseguenza all’interno di tutti i Paesi dell’Unione Europea, abbiamo dei doveri ben specifici. È triste che un una regione come il Veneto dove c’è comunque una forte sensibilità per quanto riguarda la tutela ambientale e degli animali selvatici venga invece approvato un calendario venatorio che strizza l’occhio alla solita lobby minoritaria nel mondo della caccia, non rispetta le direttive comunitarie ed è in più punti gravemente difforme dal parere del 20 aprile scorso dell’ISPRA relativo a questo calendario. Ovvero per quanto riguarda l’apertura della caccia a 19 specie in cattivo stato di conservazione, la Regione la fissa a metà settembre invece che ai primi di ottobre, per 14 specie la chiusura della stagione è a fine gennaio anziché il 20, inoltre i limiti di carniere per allodole, quaglie, cordone, pavoncella e tortora per l’Ispra avrebbero dovuto essere di gran lunga ridotti, così come si chiedeva la protezione assoluta delle specie Combattente e Moretta sempre pie rare. È stato fatto un calendario seguendo criteri politici e di bottega, anziché criteri tecnici e scientifici, ben esplicitati dall’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale”.

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