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Zanoni (PD): “A Treviso mancano gli spazi, cittadini costretti a percorrere fino a 100 chilometri per esami sanitari. È questa l’eccellenza sbandierata da Zaia?”

Venezia, 24 luglio 2019

“L’eccellenza veneta è quella che obbliga migliaia di persone a percorrere anche 100 chilometri, andata e ritorno, per sottoporsi a esami e visite. È un’emergenza che mi auguro Zaia affronti seriamente, anziché liquidare tutto, come ha fatto altre volte, invitando a restituire il libretto sanitario e farsi curare in altre Regioni”. La denuncia è contenuta in un’interrogazione di Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, in cui si chiedono interventi “per garantire il pieno diritto alla salute”.

 

“Sicuramente il governatore è a conoscenza della situazione, visto che il coordinamento dei cinque circoli PD ‘Altosile’ (Istrana, Morgano, Paese, Quinto di Treviso e Zero Branco) gli ha inviato una lettera dettagliata chiedendo un incontro. I cittadini di quell’area lamentano disagi costanti perché sono costretti ad andare a Motta di Livenza o Oderzo per fare visite ed esami in tempi ragionevoli, visto che Treviso non riesce a evadere tutte le impegnative a scadenze accettabili. Ed è un disagio anche per i familiari che li devono accompagnare prendendosi un permesso da lavoro oppure trovargli un trasporto a pagamento. A confermare le difficoltà è anche il direttore generale dell’Ulss 2 che ha dichiarato come i poliambulatori di Borgo Cavalli siano al limite della capacità ricettiva, sottolineando la necessità di nuovi spazi, escludendo però la cittadella sanitaria di Ca’ Foncello. È impensabile che persone malate, soprattutto anziane, siano costrette a sobbarcarsi 100 chilometri per sottoporsi a un esame senza dover attendere mesi e mesi. Non vorremmo che questi disservizi derivassero dalla coperta troppo corta del bilancio regionale, su cui gravano i 300 milioni, non previsti, per la Superstrada Pedemontana. È un diritto dei cittadini usufruire di servizi entro una distanza ragionevole, invece si trovano a dover sommare disagio a disagio. E l’alternativa non può essere il ricorso al privato, sempre più frequente per chi può permetterselo”.

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