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“Valloni e steppe pedegarganiche”, verso una procedura d’infrazione

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione di Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV) sulla cementificazione della zona ZPS a Manfredonia (Puglia). “La Commissione deciderà a breve cosa fare”. Zanoni: “I presupposti per un’infrazione purtroppo ci sono tutti”

 

“La Commissione deciderà a breve i prossimi provvedimenti da adottare” per la “mancata applicazione di azioni compensative, prosecuzione di violazioni delle direttive comunitarie e degrado della zona ZPS Valloni e steppe pedegarganiche” (Manfredonia, Puglia). E’ la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione presentata da Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente al Parlamento europeo. “I presupposti per una procedura d’infrazione purtroppo ci sono tutti. Il degrado perpetrato a danno di questo territorio viola chiaramente le direttive Habitat e Uccelli”.

 

Dopo la sentenza del 20 settembre 2007 (con cui la Corte di Giustizia ha condannato l’Italia per non aver adottato provvedimenti adeguati ad evitare il degrado di habitat naturali e specie animali nella zona di protezione speciale ZPS Valloni e steppe pedegarganiche), la Commissione ha sorvegliato l’operato delle autorità italiane. “Nel 2008 la Commissione ha concluso che non erano state attuate misure concrete per rimediare ai danni causati” pertanto “il 1 dicembre 2008 ha inviato una lettera di costituzione in mora”, ricorda il Commissario Ue.

 

“La Commissione ha anche ricevuto due denunce, nel dicembre 2010 e nell’aprile 2012, nelle quali si sostiene che le autorità italiane non stanno applicando misure compensative adeguate e continuano a consentire il degrado della zona”, aggiunge Zanoni. Ed è proprio “sulla base della valutazione delle informazioni fornite” che “la Commissione deciderà tra breve i prossimi provvedimenti da adottare nel caso di specie”.

 

“Il degrado perpetrato a danno di questo territorio e delle specie che qui vi abitano è proseguito non solo prima, ma addirittura durante e dopo la condanna – continua l’Eurodeputato. “In base alla sentenza lo Stato italiano avrebbe dovuto adottare misure compensative congrue e adeguate volte a sanare la distruzione del territorio causata dall’industrializzazione del progetto Patto d’area di Manfredonia”. “Ma come ampiamente documentato da LIPU-Birdlife Italia, invece, le misure tardivamente adottate sono state del tutto inadeguate, insufficienti e incoerenti”.

 

“Purtroppo ci sono tutti i presupposti per l’ennesima procedura d’infrazione ambientale ai danni dell’Italia – conclude Zanoni – Per questo invito le autorità locali a prendere i provvedimenti che avrebbe dovuto implementare all’indomani della condanna del settembre 2007”.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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