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Urbanistica – Zanoni (PD): “Inondazioni sempre più frequenti nell’ultimo secolo anche per colpa di un’urbanizzazione sfrenata. La legge sul consumo di suolo rischia di essere un’occasione sprecata”

“La legge sul consumo del suolo deve essere un’opportunità da cogliere al volo per porre rimedio a un secolo di errori. Invece, rischia di essere un’altra occasione persa visto che i principi generali, condivisibili, sono stati poi stravolti”. Con una nota, il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni prende spunto da uno studio dell’Università di Padova sull’interazione a fattori climatici, urbanizzazione e dinamiche di inondazioni in Veneto negli ultimi 100 anni (1910-2010) ed interviene così “sul testo unificato – erano tre i pdl originari – del progetto di legge relativo al contenimento del consumo di suolo, fortemente contestato dal PD”.

 

“Le criticità sono tante e questo studio – spiega Zanoni – aiuta a far capire l’importanza di un cambio di rotta. Evidenzia come la maggiore aggressività delle piene e l’accresciuto rischio di inondazioni siano il frutto delle modifiche, altamente impattanti, al territorio portate dall’uomo a cui si aggiungono processi climatici più aggressivi che aumentano, appunto, la possibilità di piene, intercalate con periodi di siccità, con effetti sempre più gravi. E l’esempio del Veneto è quanto mai calzante visto la rilevanza dell’intervento umano: il processo di bonifica che ha interessato la regione, poi il boom economico dagli anni Settanta in avanti e il massiccio processo di urbanizzazione; si è costruito sempre di più senza badare agli ‘effetti collaterali’ riducendo le capacità del suolo di ‘poter svolgere’ le proprie funzioni essenziali, compresa quella dell’assorbimento dell’acqua. E infatti oggi le inondazioni si manifestano sempre più frequentemente anche nei quartieri urbani per l’incapacità strutturale delle reti idriche di drenare in maniera efficace”.

 

“Lo studio fa emergere come i cambiamenti climatici combinati con le trasformazioni socio economiche dell’ultimo trentennio siano entrambi fattori di causa ed effetto dell’aumento del rischio di esondazione. Per ottenere una gestione efficace e sostenibile del territorio serve un approccio integrato che comprenda, oltre all’analisi dei fenomeni climatici, una approfondita conoscenza anche delle varianti sociali ed economiche che condizionano l’uso del territorio stesso, in modo da identificare con maggior chiarezza le aree a rischio. E la Regione – conclude Zanoni – può giocare un ruolo fondamentale con gli strumenti in suo possesso. A partire, appunto, dalla legge sul contenimento di suolo, che deve avere come traguardo il consumo zero, stabilito dall’Unione Europea nel 2050. Obiettivo impossibile se dovesse passare il provvedimento come è ora, con un infinito numero di deroghe”.

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