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Uranio impoverito, l’Europa indaghi sulle troppe morti

Dopo la morte del Tenente Colonnello Gianluca Tessari di Motta di Livenza (TV)  e del Primo Maresciallo Paolo Marchi a Villafranca (VR),  Andrea Zanoni chiede alla Commissione europea un monitoraggio e un piano per approfondire gli effetti dell’uranio impoverito sulla salute di militari, civili e sull’ambiente.

 

“Basta morti drammatiche e silenziose. Ci vuole una risposta europea a una minaccia che  ha già mietuto troppe vittime”- “Cosa ha fatto, cosa sta facendo e cosa pensa di fare la Commissione europea per contrastare i fenomeni di decessi civili e militari in Europa a causa della contaminazione da uranio impoverito legato all’uso di armamenti militari?”. Lo chiede Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, con un’interrogazione alla Commissione. “I terribili casi della morte del Tenente Colonnello Gianluca Tessari, di Motta di Livenza (TV), appena quarantenne e malato di leucemia dopo aver partecipato ad alcune missioni militari nei territori dell’ex Jugoslavia, così come della morte del Primo Maresciallo Paolo Marchi a Villafranca (VR), ci obbligano ad affrontare una volta per tutte, e a livello europeo, la piaga delle malattie che potrebbero essere legate alla contaminazione radioattiva dovuta all’uso di armamenti militari”.

 

Zanoni: “Anche alla luce della scioccante morte dei due militari, alle cui famiglie vanno le mie condoglianze, ho chiesto alla Commissione europea cosa è stato fatto finora in merito a questi casi e se non ritiene fondamentale monitorare le decisioni e i provvedimenti adottati per la salute delle Forze Armate dai servizi sanitari degli Stati membri. Sotto la lente dell’Ue dovrebbero finire non solo le missioni militari, ma anche le attività svolte nei poligoni militari e i relativi effetti sulla salute umana, animale, sulle falde acquifere sotterranee e sull’ambiente circostante”.

 

L’eurodeputato riferisce che “secondo quanto riferito dall’associazione italiana Anavafaf, a partire dal 1991 i casi accertati di contaminazione di militari italiani da uranio impoverito e altri agenti patogeni sarebbero 3.761, dei quali 698 relativi a personale che ha partecipato a missioni all’estero e nel resto dei casi, invece, i militari avrebbero operato in poligoni militari”.

 

“I casi come quello del Tenente Colonnello Gianluca Tessari e del Primo Maresciallo Paolo Marchi, devono innescare un processo virtuoso che faccia luce una volta per tutte e a livello europeo sui reali effetti sulla salute umana dell’uranio impoverito legato all’uso di armamenti militari”, conclude Zanoni.

 

BACKGROUND

 

Nel mese di dicembre hanno perso la vita il Tenente Colonnello Gianluca Tessari, di Motta di Livenza (TV) appena quarantenne, malato di leucemia, e il Primo Maresciallo Paolo Marchi, cinquantenne originario di Rimini ma in servizio a Villafranca (VR), afflitto da tumore al pancreas; entrambi appartenevano all’Aeronautica Militare Italiana e avevano prestato servizio in passato nelle missioni militari italiane compiute nei territori dell’ex Jugoslavia.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni
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