Andrea Zanoni chiede alle autorità italiane, svizzere e internazionali di verificare il rispetto dei trattati per la conservazione della natura alpina. “Si tratta di un atto ingiustificabile. La Svizzera costituisce un rischio per la biodiversità alpina. Applicare le tecniche di prevenzione internazionale che consentono la convivenza tra attività umane e sopravvivenza degli orsi”
“L’abbattimento dell’orso M13 in Val Poschiavo, in Svizzera, è stato un atto illecito e ingiustificabile sul quale le autorità dovranno fare luce”. E’ la condanna di Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e vice presidente dell’Intergruppo Benessere degli Animali al Parlamento europeo, dell’uccisione dell’unico esemplare di questa specie presente in Val Poschiavo. “La presunta pericolosità dell’orso addotta come scusa dalle autorità elvetiche appare assolutamente pretestuosa. Si tratta dell’ennesimo attentato ingiustificabile ai danni della fauna selvatica, un patrimonio europeo comune”.
“Invito le autorità competenti italiane, che detengono la Presidenza della Convenzione delle Alpi, ma anche svizzere ed internazionali, a verificare quella che ha tutta l’aria di essere una chiara violazione dei trattati per la conservazione della natura alpina, sia per punire i responsabili di questa barbara esecuzione che per prevenire il ripetersi di casi simili”, incalza Zanoni, ricordando che non è la prima volta che orsi protetti vengono abbattuti a cavallo dei confini nazionali.
“E’ bene affermare forte e chiaro che gli orsi non sono pericolosi per l’uomo a priori. E’ possibile convivere con l’orso, lupo, lince, se gli allevatori i proprietari di animali domestici e la popolazione locale seguiranno le indicazioni degli esperti – prosegue l’eurodeputato – Proprio per questo alcuni esemplari di orsi, penso al Trentino, sono stati i protagonisti di alcuni progetti comunitari come il Life Ursus finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia”.
“Per questo mi unisco alla denuncia delle associazioni ambientaliste e animaliste che chiedono la censura e l’intervento sanzionatorio nelle sedi internazionali di quanto accaduto in Svizzera, Paese che si sta dimostrando un vero pericolo per la conservazione della biodiversità alpina – conclude Zanoni – Concordo inoltre con la comunità scientifica internazionale, sul bisogno di migliorare e applicare tecniche di prevenzione, come quelle oggetto del progetto europeo Life+ Arctos, che consentano la convivenza delle attività umane e la sopravvivenza dell’orso nelle Alpi”.
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