ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Treviso, nuova udienza del processo ai bracconieri.

Giovedì 20 giugno in Tribunale a Treviso si è svolta una nuova udienza nel processo dei bracconieri. L’eurodeputato Andrea Zanoni, che sta seguendo passo per passo la vicenda, ha affermato: «È un iter lungo ma alla fine devono vincere la verità e il diritto. Lo si deve a tutti quei poveri animali uccisi illegalmente e crudelmente, sottoposti pure ad operazioni chirurgiche di sessaggio»

 

Giovedì 20 giugno, si è tenuta una nuova udienza in Tribunale a Treviso nel processo ai bracconieri che vede alla sbarra il responsabile di un centro di cattura di volatili di Cordignano (TV), due dipendenti della Provincia di Treviso e altre sette persone.

 

L’altro giorno è stata la volta dell’interrogatorio durato oltre due ore di uno degli investigatori della Forestale che tra il 2006 e il 2007 permise di portare alla luce un traffico di animali selvatici, facendo cadere in trappola decine di bracconieri.

 

Il militare della Forestale ha risposto alle domande del Pubblico Ministero Gabriella Cama, degli avvocati difensori e dei legali di Parte civile della LAV, l’Avv. Lorenza Secoli, e della LAC, l’Avv. Maria Caburazzi. Il processo è stato poi aggiornato al 19 dicembre 2013: in aula saranno ascoltati altri testimoni dell’accusa e poi toccherà a quelli della difesa.

 

Sotto processo ci sono le presunte condotte illegali che l’allora procuratore Antonio Fojadelli contestò a una ventina di persone, nove delle quali sono a giudizio chiamate a rispondere di traffico illecito di uccelli da richiamo (bracconaggio). Si tratta di Maurizio Pasini, 53 anni, responsabile di un centro di cattura di volatili di Cordignano, Efrem Bolzan, guardiacaccia in pensione ed Edy Gerotto (entrambi dipendenti della Provincia), Pasquale e Andreas Carlet, Ettore e Loris Garatti, Gianluigi Botteon e Ferruccio Fogale.

 

A vario titolo gli sono contestati anche i maltrattamenti di animali, l’abuso d’ufficio e il furto aggravato. L’inchiesta partì nel 2008 quando la Forestale sequestrò il centro di Pasini a Cordignano. Per l’accusa, il 52enne, protetto dai dipendenti della Provincia, avrebbe avuto a sua disposizione una quantità illecita di uccelli che poi vendeva sul mercato clandestino in violazione della Direttiva 2009/147/CE e delle leggi statali.

 

Gli imputati avevano organizzato un vero e proprio laboratorio clandestino di vivisezione artigianale dei Tordi da richiamo, dove eseguivano l’inumana pratica del sessaggio sui volatili per selezionare i maschi, i soli utilizzabili nella caccia.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, ha affermato: «Dopo lo scandalo delle accuse  legate al reato di bracconaggio cadute  per l’intervento della prescrizione, mi auguro che la giustizia non trovi altri intoppi. Il metodo Berlusconi fatto di cavilli studiati ad arte dagli avvocati e di rinvii di udienze ad hoc sta salvando in parte gli imputati e sta mandando in fumo il faticoso lavoro del Corpo Forestale. Purtroppo, senza una riforma le sanzioni della legge sulla Caccia 157/92 si prescrivono in soli tre anni ed invece di funzionare da deterrente nei confronti di bracconieri diventano quasi un incentivo perché, alla fine, i colpevoli hanno buone probabilità di farla franca. Sono però rimaste le accuse per i reati più gravi e rimango in attesa di sentire pronunciare una sentenza che mi auguro possa essere durissima».

 

BACKGROUND

 

I nove imputati al processo al Tribunale di Treviso, tra cui due dipendenti pubblici una guardia e una dipendente dell’Ufficio caccia della Provincia di Treviso, avevano escogitato un sistema per commerciare gli uccelli catturati nei roccoli in un mercato illecito e, tra le altre accuse, c’erano quelle connesse alla cattura, detenzione e commercio di uccelli migratori e fauna selvatica, nel contesto delle autorizzazioni della provincia di Treviso (Giunta Muraro) dei famigerati roccoli, per fatti accaduti tra il 2007 e il 2009.

 

Dopo lo stop inaspettato del gennaio scorso, dovuto alla richiesta di far tradurre a un interprete le intercettazioni telefoniche in dialetto veneto stretto, e l’intervenuta prescrizione per i capi d’imputazione legati alla caccia, si è tornati in aula il 20 giugno 2013. Il 5 marzo 2013, il procedimento penale a carico di 9 persone in corso al Tribunale di Treviso ha visto prescrivere le violazioni contestate in materia di caccia, rimanendo in piedi le accuse più gravi per traffico illecito di uccelli da richiamo.

 

Le ipotesi accusatorie a carico degli imputati erano diverse: dal maltrattamento di animali, all’abuso d’ufficio (contestato ai due funzionari della Provincia), passando per il furto aggravato (per cui è imputato il responsabile del centro di cattura facendo riferimento agli uccelli che sarebbero stati sottratti al patrimonio faunistico dello Stato). Il Giudice dell’Udienza Preliminare Silvio Maras, accogliendo il 2 novembre 2011 il patteggiamento a 4 mila euro di multa per un cacciatore, aveva rinviato a giudizio nove persone disponendo però per tutti il non luogo a procedere per l’accusa più grave, quella di associazione a delinquere.

 

I roccoli sono impianti dove con le reti da uccellagione, mezzi di cattura severamente proibiti dalla Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE, vengono catturati i piccoli uccelli migratori  per consegnarli ai cacciatori, per essere poi utilizzati come richiami vivi nella caccia da appostamento, ovvero detenuti per sempre in gabbie talmente piccole da non poter mai più aprire nemmeno le ali (VIDEO).

 

Il sessaggio dei tordi viene effettuato per individuare i maschi (i soli utilizzabili nella caccia) quasi impossibili da distinguere ad occhio nudo dalle femmine. Queste povere bestiole vengono sottoposte ad una operazione chirurgica dolorosissima, in condizioni igieniche raccapriccianti e senza anestesia: viene effettuato un taglio nel basso ventre e spostandone le interiora viene ispezionata la parte sottostante la spina dorsale dove sono collocati i piccolissimi testicoli del tordo maschio. I maschi vengono perciò ricuciti alla buona, patendo una mortalità superiore al 50/70 per cento, mentre le femmine di norma vengono uccise immediatamente con lo schiacciamento della testa.

 

Per capire come funziona il commercio illegale basta vedere questo VIDEO dove vengono inanellati con anelli contraffatti uccelli catturati illegalmente che così diventano detenuti lecitamente e quindi immessi nel mercato.

 

In merito Zanoni ha depositato un’interrogazione-denuncia alla Commissione Europea lo scorso 8 novembre 2012. Il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik, in risposta, il 15 gennaio 2013 ha sottolineato che “ai sensi della direttiva 2009/147/CE (direttiva «Uccelli selvatici») per tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nell’UE, gli Stati membri vietano la cattura deliberata e la vendita, il trasporto per la vendita, la detenzione per la vendita, nonché l’offerta in vendita di uccelli vivi e di uccelli morti” e ha ricordato che “è pertanto un chiaro obbligo per le autorità degli Stati membri istituire un sistema opportuno di attuazione e applicazione dei divieti summenzionati e delle relative disposizioni”.

 

Tra i tanti animali vivi, morti, maltrattati o vivisezionati rinvenuti dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Treviso, tra il roccolo Cordaz di Pianai di Cordignano (TV), le residenze di Vittorio Veneto (TV) e un ristorante di Caneva (PN), c’erano Fringuelli, Verdoni, Crocieri, Frosoni, Peppole, rarissimi Beccofrosoni, Poiane, Picchi Rossi maggiori, il rarissimo Picchio Nero, Tordi Bottacci, Tordi Sasselli, Cesene, Faine, Scoiattoli, Prispoloni, Allodole, Colombacci.

 

 

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