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Torrente Curogna – Zanoni (PD): “Bloccato lo scempio ambientale. La Commissione Via ci ha dato ragione, la vasca di laminazione non si farà”

“Finalmente anche la Regione si è arresa all’evidenza e sul Curogna non sarà realizzata nessuna vasca di laminazione”. A dirlo è il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni.

“Da tempo – continua l’esponente democratico – sono in prima linea contro la costruzione a Pederobba, in provincia di Treviso, dell’inutile bacino artificiale per contenere le esondazioni del torrente. Ho fatto un sopralluogo sul posto, ho partecipato ad incontri e manifestazioni ed ho seguito costantemente l’iter della Via, oltre ad aver presentato due interrogazioni, sottoscritte anche dalla collega Alessandra Moretti, ricordando come del caso si fosse interessata l’Autorità nazionale anti corruzione guidata da Raffaele Cantone”.

“Mercoledì 12 luglio, la Commissione Via regionale ha bocciato all’unanimità il progetto – spiega il Vicepresidente della Commissione Ambiente di palazzo Ferro Fini – dando la risposta che volevamo, probabilmente l’unica possibile, visto anche il duro parere della Sovrintendenza che circa un mese fa l’aveva messo nero su bianco: ‘La realizzazione del bacino di laminazione per la messa in sicurezza del Torrente Carogna risulta incompatibile con il paesaggio tutelato, in quanto viene drasticamente alterata la morfologia naturale del sito’. Quello della Via è un no doppiamente giustificato: da un lato, la vicinanza con le storiche ex Fornaci Tomasi; dall’altro, la sproporzione tra il milione di metri cubi da scavare per estrarre argilla e la vasca, da realizzare in un’area complessiva di 142mila metri quadri, come contropartita ambientale. Ma il progetto di Emaprice, è stato dimostrato dagli studi idraulici e idrogeologici promossi dal Coordinamento ‘Aria che voglio’ era inutile: le simulazioni avevano chiarito come fosse sufficiente, in caso di piena, la cassa di espansione già esistente. E nella zona non si sono mai registrate alluvioni”.

“Spero che questa autorevole bocciatura possa segnare un cambio di marcia per la realizzazione di opere inutili, tranne a chi ci guadagna – conclude Zanoni – e assai dannose per il territorio, l’ambiente e la biodiversità. Dobbiamo fermare la cementificazione in Veneto, la quarta regione d’Europa per suolo ‘mangiato’, anche se con la legge approvata in Consiglio, l’obiettivo del consumo zero entro il 2050 appare un’utopia. Adesso l’amministrazione comunale prenda atto del gravissimo errore commesso nell’aver sostenuto questa opera dichiarata da tutte le autorità preposte incompatibile e pericolosa per l’ambiente e dia le spiegazioni del caso. Ora la ditta potrà effettuare delle controdeduzioni sul preavviso di rigetto, ai sensi dell’articolo 10 bis della legge 7 agosto 1990, n. 241 e poi la Giunta regionale, forte della bocciatura all’unanimità della Via, potrà emanare la delibera del diniego definitivo dell’autorizzazione”.

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