Bruxelles 25-11-2011
La Commissione europea ha pubblicato la prima comunicazionee sull’andamento degli stress test nei 143 siti europei. Andrea Zanoni: “Troppi i dubbi. L’Ue garantisca la massima sicurezza ai cittadini europei. Accelerare su strategia per abbandonare per sempre questa pericolosa forma di energia”. “Gli stress test sulle centrali nucleari europee davvero non convincono. Troppi i dubbi. L’Ue faccia chiarezza nell’interesse della sicurezza di tutti i cittadini europei”.
Lo chiede Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV, in seguito alla prima comunicazione della Commissione europea sull’andamento dei test di sicurezza sui siti nucleari europei. “Le critiche sollevate da Greenpeace fanno preoccupare, l’Ue deve fare il possibile perché questi test siano veramente efficaci e non solo fumo negli occhi dell’opinione pubblica dopo il disastro di Fukushima”.
Tra le critiche sollevate sulle modalità con cui questi test sono effettuati, troviamo la mancanza di test specifici per eventuali attentati terroristici e l’assenza di piani di evacuazione per abitanti di città e centri abitati nelle vicinanze dei siti nucleari (in Europa ci sono ben 19 centrali a meno di 30 km da centri abitati).
“Questi test devono prendere in considerazione tutti i fattori possibili di rischio e garantire la massima sicurezza delle 143 centrali nucleari disseminate in ben 14 Paesi Ue” – prosegue Zanoni – Questo in attesa che l’Europa, come preannunciato dal Commissario Ue all’Energia Günther Oettinger, inizi finalmente a pensare il proprio futuro energetico senza il nucleare”.
Introdotti dopo il disastro di Fukushima in Giappone, gli stress test dovrebbero verificare la sicurezza strutturale di tutte le centrali operative in Europa. Secondo l’accordo Ue le aziende che gestiscono i siti nucleari possono aderire ai test solo su base volontaria e sulla scorta di una serie di criteri comuni stabili appunto a Bruxelles.
“In Italia, grazie ad un referendum promosso da Italia dei Valori che ha portato alle urne milioni di persone, abbiamo detto No per sempre a questa obsoleta e pericolosa forma di energia – conclude Zanoni – Nella speranza che anche l’Europa compia il più presto possibile questo passo, è nostro compito garantire ai cittadini europei la massima sicurezza possibile”.
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