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Sicurezza -Zanoni (PD): “Omicidi in famiglia, con pistole e fucili legalmente detenuti, superiori a quelli per mafia. Le armi sono sempre pericolose, la Regione non finanzi Hit Show”

Venezia 12 feb. 2020 –  

“Le armi, anche quelle legali, anche quelle detenute da persone ‘perbene’, rappresentano un pericolo e incentivarne il possesso come fa la Lega è inaccettabile. La Regione dovrebbe seriamente riflettere sui soldi con cui ogni anno finanzia Hit Show, diventato ormai un palco per le passerelle di Salvini e della Giunta Zaia”.

 

A rimarcarlo è Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Partito Democratico, tramite una nota nella quale commenta “i dati del rapporto ‘Questo non è amore’ della Polizia e dell’indagine del Centro Ricerche Economiche e sociali Eures dal titolo ‘Omicidi in famiglia’ citati oggi dal quotidiano ‘Avvenire’. Nel 2018 il 38% dei femminicidi è stato commesso con armi da fuoco, percentuale simile, 40%, per le morti ‘domestiche’ che riguardano mogli, mariti, figli e genitori.

 

E in due casi su tre (64,6%) l’assassino aveva un regolare porto d’armi. Ancora una volta la propaganda deve cedere il passo alla realtà dei numeri: le armi legali uccidono più della mafia e non sono un deterrente contro la criminalità. La leggerezza con cui si vuol far passare il messaggio che una persona ‘perbene’ (definizione quanto mai generica e vuota utilizzata da Salvini a Hit Show), ma armata, non rappresenta un pericolo va assolutamente respinta”, insiste l’esponente democratico.

 

“Sono d’accordo con Opal, Osservatorio permanente sulle armi leggere e Politiche di sicurezza e difesa, e Controllarmi – Rete italiana per il disarmo: le istituzioni – conclude Zanoni – devono fare pressioni sugli organizzatori di Hit Show affinché durante la manifestazione non vengano esposte armi da difesa personale, per corpi di polizia e di sicurezza pubblica e privata, o addirittura da guerra, sia vietata l’esposizione di materiali pubblicitari per formazioni di tipo paramilitare e mercenario e, soprattutto, sia consentito l’accesso esclusivamente ai maggiorenni.

 

Invece la Regione Veneto, per tornaconto elettorale, fa finta di niente e continua a garantire, ogni anno, il solito finanziamento”. 

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