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ZANONI

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Sicurezza – “L’arresto del presidente del Mogliano Calcio è la conferma di come le infiltrazioni mafiose riguardino tutto il Veneto. Occorre fare di più per combattere questo fenomeno”

“L’arresto del presidente del Mogliano Calcio è un fatto grave, ma è anche la conferma di quanto sia reale il problema delle infiltrazioni mafiose in Veneto”. A dichiararlo è Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Partito Democratico, a proposito della maxioperazione ‘Stige’ contro la ‘ndrangheta che ha portato all’arresto di 169 persone (inclusi sindaci e imprenditori) tra Calabria, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Germania e, osserva il Consigliere, “Veneto,  naturalmente, dove in cinque sono finiti in manette o ai domiciliari. Tra loro, appunto, Marco Gaiba, presidente della squadra di calcio di Mogliano e accusato dalla Procura di Catanzaro di interposizione fittizia al fine di agevolare gli affari delle cosche”.

“I segnali su come la criminalità organizzata si sia ramificata anche nella nostra regione ci sono, insistenti, da tempo. Un problema diffuso – continua il Consigliere – che riguarda l’intero territorio; non possiamo dire che ci siano zone franche: il Veneto è un’area ricca, l’ideale per investire e ripulire soldi sporchi. Ricordo il report della Cgia di Mestre di pochi mesi fa, in cui veniva evidenziato il boom delle denunce per estorsione negli ultimi cinque anni, +79,5%, o ancora i dati delle relazioni della Direzione investigativa antimafia in cui si conferma come il Veneto sia ai primi posti in Italia per riciclaggio, estorsione e usura. Dobbiamo rafforzare tutte le misure utili a fare emergere il fenomeno e combatterlo adeguatamente. E probabilmente finora non si è fatto abbastanza”. “Penso per esempio – conclude Zanoni – alla legge regionale 48/2012 ‘Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile’ il cui iter è stato assai travagliato, come i cinque anni necessari per arrivare alla nomina dei componenti dell’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa”.

 

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