ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Rogo alla Ceccato Recycling di Castelfranco Veneto: la Magistratura faccia chiarezza. Massima attenzione per la salute dei cittadini e alla comunicazione a tutti gli interessati.

L’incendio del capannone della Ceccato Recyclin ha fatto scattare l’all’arme in una vasta area, ben più ampia del territorio del comune di Castelfranco Veneto, comprendente i vicini comuni di Resana, Vedelago, Loria, Riese, Castello di Godego, Piombino Dese.

Hanno fatto bene le autorità ad estendere l’area di allarme dato che, a quanto pare, sono andati in fiamme una decina di veicoli e il materiale plastico costituito dai rifiuti riciclati, materiali la combustione dei quali potenzialmente emette sostanze nell’aria molto dannose alla salute come la diossina. Va fatta massima attenzione per la salute dei cittadini e va curata molto bene la comunicazione agli stessi perche’ non tutti hanno internet.

Considerati i precedenti in provincia di Treviso, in merito a questa vicenda vengono spontanei alcuni interrogativi. Come mai il capannone è bruciato così rapidamente ? Non esisteva un impianto automatico antincendio, ad esempio un banalissimo impianto a pioggia a sprinklers, che limitasse e rallentasse l’incendio in attesa dei Vigili del Fuoco ? Forse con un impianto antincendio il rogo sarebbe stato domato dai Vigili del Fuoco senza causare gli altri gravi danni come, a quanto viene detto dalla stampa, la chiusura della linea ferroviaria che passa nelle vicinanze dello stabilimento, la chiusura della linea elettrica da 130.000 volt che sorvola il capannone, la combustione di tutto il materiale stoccato, i danni ambientali che riguardano soprattutto l’aria.

Credo sia opportuno che vengano effettuate accurate analisi su campioni di terra per verificare le ricadute della nube, ricordo quando l’Incendio del 2007 alla De Longhi di Treviso causò contaminazioni a terra di diossina addirittura fino a Montebelluna.

Qualche preoccupazione credo debba esserci anche per la falda acquifera, dove sono confluite le acque di risulta dell’incendio? Esisteva un adeguato sistema di raccolta e dove sono andate a finire questi reflui contaminati?

Infine va detto che dal luglio 2014 ad oggi in Italia sono ben 16 gli incendi che hanno distrutto altrettanti centri di riciclo dei rifiuti. Ci sono degli interrogativi che chi di competenza si deve presto fare. C'è una regia dietro a questi incendi o come si spera si tratto solo di incidenti casuali e fortuiti? Ci sono ragioni particolari che hanno portano a questa lunga serie di incendi di centri di riciclo? Credo che questo incendio oltre ad interessare i Vigili del Fuoco, l'ARPAV, la Protezione civile, l'ASL debba essere messo sotto la lente di ingrandimento anche della Magistratura. 

Invito pertanto il Procuratore della Repubblica Dott. Michele Dalla Costa a  svolgere tutte le attività utili per fugare ogni dubbio e non lasciare ombra alcuna.

Mi attivero’ gia’ da domani per chiedere a tutte le autorita’ competenti gli esiti dei monitoraggi ambientali e quali misure sono state adottate per tutelare la salute dei cittadini, infine voglio ringraziare sentitamente i Vigili del Fuoco, i volontari della Protezione Civile e tutti coloro che da ore stanno lavorando per limitare i danni.

 

Andrea Zanoni – Consigliere regionale e Vice Presidente Commissione Ambiente, Infrastrutture, Territorio

 

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