ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Riapre la discarica TERRA di Paese

Riapre la discarica TERRA di Paese: l’amministrazione Pietrobon “regala” ai cittadini di Paese terre contaminate da bonifica per ben 10 anni.Saranno sepolte le 100.000 tonnellate di rifiuti di amianto arrivate illegalmente e con loro la speranza di una bonifica. Svelate tutte le bugie dette in consiglio comunale. Con il decreto della Provincia di Treviso n. 616 del 24 novembre 2009, la discarica TERRA di Mosole, sita fra Castagnole e Porcellengo, è stata autorizzata a: 1) ricevere rifiuti provenienti da siti contaminati, ovvero rifiuti speciali costituiti da terre contaminate provenienti dalle varie bonifiche effettuate in giro per l’Italia, 2) proseguire l’attività addirittura fino al 2019. In questo modo Mosole, titolare della TERRA, vince due volte, la prima perché potrà fare degli affari d’oro con i nuovi rifiuti da bonifiche, la seconda perché con questi rifiuti potrà seppellire per sempre l’amianto conferito illegalmente tra il 2005 ed il 2006, quando dallo stesso incassò la bellezza di 6.225.811 euro.

Ironia della sorte accadrà quindi che un discarica che doveva essere bonificata dall’amianto, potrà invece ricevere i rifiuti delle bonifiche altrui con i quali seppellire per sempre i conferimenti illegali di amianto. La discarica è grande, ma per riempire il buco c’è tempo, dieci anni, il tempo per accogliere circa un milione di metri cubi di materiale da siti contaminati, circa un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti speciali, una fila con circa 60 mila camion di rifiuti lunga da qui sino a Roma. Il sindaco Pietrobon aveva dichiarato in campagna elettorale che i buoni rapporti con la Provincia avrebbero permesso di ottenere importanti risultati per Paese: ora i risultati ci sono ma solo per Mosole. Questa discarica, autorizzata  da 20 anni doveva essere chiusa entro la data improrogabile del 30 settembre 1999, 10 anni fa, e invece grazie al decreto del 24 novembre scorso potrà esercitare fino al 2019.

Le promesse elettorali della Lega dello scorso maggio garantivano ferma opposizione nei confronti di ampliamenti o realizzazione a qualsiasi titolo di nuovi siti per attività di cava o discarica. Mosole però, appena le urne elettorali hanno consegnato il Comune alla Lega e altri, ha chiesto subito le autorizzazioni. Mosole era così sicuro di ottenere il via libera che ha iniziato le opere utili necessarie per l’arrivo dei nuovi rifiuti, come un enorme argine di contenimento, ancora prima di ottenere l’autorizzazione. La conferma di ciò arriva dai tecnici della provincia perché nella relazione istruttoria del 2 ottobre scorso, prendevano atto della realizzazione dell’argine scrivendo: “in anticipo rispetto a quanto previsto nel progetto” e chiedendone documentazione in merito.

Come mai Mosole era così sicuro che l’autorizzazione sarebbe stata concessa al punto da realizzare prima questo enorme e costoso argine ? Cosa dire poi dell’operato  dell’Assessore all’Ecologia di Paese, Vigilio Piccolotto? Piccolotto il 5 di agosto, come risulta a verbale, in un incontro con i tecnici della provincia affermava:”L’Amministrazione Comunale non si oppone a detta variante gestionale che per quanto acquisito è da considerarsi minima”.

Successivamente il giorno 8 ottobre partecipava all’incontro istruttorio in Provincia, dove era presente anche l’ARPAV e Mosole, e nel quale veniva decisa l’autorizzazione della discarica. Infatti dal verbale ufficiale di tale incontro si legge che “Per tutto quanto emerso/confrontato/chiarito tra le parti durante l’incontro, il responsabile del procedimento fa presente che l’autorizzazione all’esercizio sarà rilasciata in applicazione dell’Art. 208 e 210 del D. Lgs. N. 152/2006 con le seguenti procedure gestionali migliorative oltre a quelle previste dalla normativa …..”

L’assessore Piccolotto però nel consiglio comunale del 9 ottobre 2009, appena 24 ore dopo la decisione di autorizzare la discarica, rispondendo ad una mia interrogazione affermava che il materiale in arrivo sarebbe stato addirittura meglio di certi nostri terreni agricoli aggiungendo che l’amministrazione “si espresse in modo negativo al rilascio dell’autorizzazione.”, e ancora: il Comune è contrario alla prosecuzione dell’attività”, e poi “non vi è ancora alcuna autorizzazione che, se verrà concessa dall’Ente Provincia a ciò preposto, dovrà contenere prescrizioni puntuali.” Come risulta evidente era tutto deciso con la complicità dell’amministrazione Pietrobon ma l’Assessore ha preferito mentire a tutto il consiglio comunale.

La nostra falda non aveva certamente bisogno di essere sottoposta a questi rischi per altri 10 anni. Se già nella fase di autorizzazione le bugie sono lo strumento più utilizzato, come potremmo fidarci quando nella fase operativa ci diranno per dieci anni che tutto è in regola? Come possiamo fidarci se perfino laboratori di analisi prestigiosi, come risulta dalla cronaca locale di questi giorni, vengono accusati di produrre referti falsificati?

Nelle mani di chi abbiamo messo la nostra acqua, la nostra aria, la nostra salute?

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