Il Parlamento europeo non approva la proposta della Commissione europea che chiedeva il blocco di 900 milioni di quote CO2 per mantenere il costo di mercato. “Hanno prevalso gli interessi della lobby di quella grande industria che non vuole innovare”
Il Parlamento europeo ha rifiutato la proposta della Commissione europea di congelare 900 milioni di quote di emissioni CO2 all’interno dello “Schema europeo per le emissioni” ETS per contenere la caduta del loro prezzo. “Una bella occasione mancata. Tutti vogliono la lotta contro i cambiamenti climatici ma quando c’è da prendersi le responsabilità ci si tira indietro”. E’ il commento di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, favorevole invece a questo blocco (in inglese “backloading”).
La relazione “Disposizioni sulla tempistica delle aste di quote di gas a effetto serra” dell’eurodeputato Matthias Groote (tedesco, socialista) è stata bocciata oggi a Strasburgo visto il voto contrario dei gruppi PPE, ECR e EFD. La relazione chiedeva di congelare i crediti ETS per ripristinare l’effetto d’incentivazione a un minor inquinamento del sistema europeo di scambio delle quote di emissioni (ETS) e rendere l’industria più verde.
“Hanno prevalso gli interessi a corto raggio del mondo di quell’industria, non tutta per fortuna, che non vuole cambiare e che non ha alcun interesse a tutelare l’ambiente – attacca Zanoni – Grazie alla sponda offerta loro dagli eurodeputati più conservatori, questi interessi oggi hanno purtroppo prevalso”.
“Purtroppo è stato approvato un emendamento soppressivo che ha riscosso 334 voti favorevoli contro 315 contrari che ha portato così per soli 19 voti di differenza all’affossamento del backloading”.
La proposta della Commissione europea, bocciata oggi dal Parlamento, verrà adesso rinviata alle commissioni parlamentari competenti per ulteriori discussioni.
“Mi auguro che i miei colleghi al Parlamento europeo si rendano conto che così facendo danneggiano tutte quelle aziende che hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di cambiareinvestendo su una produzione innovativa e con un inferiore impatto ambientale”, conclude Zanoni.
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