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Prosegue l’inchiesta sui veleni della A31. Zanoni: «Si arrivi al processo e a una sentenza esemplare»

 Venerdì 31 gennaio, in Tribunale a Venezia, si terrà l’incidente probatorio per nominare i periti che esamineranno i rifiuti utilizzati come sottofondo per il prolungamento a sud dell’autostrada A31 Valdastico. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Mi auguro che si arrivi a un processo e a una condanna esemplare che servano da deterrente ad evitare in futuro simili episodi. Purtroppo sembra che in Veneto fosse prassi smaltire rifiuti tossico-nocivi sotto il manto stradale, ma fortunatamente in questo caso si è mossa la Magistratura grazie agli esposti delle associazioni “Medicina Democratica” e Associazione italiana esposti amianto».

 

 Venerdì 31 gennaio 2014, il giudice del Tribunale di Venezia, Andrea Comez, procederà alla nomina dei periti di parte nell’ambito dell’incidente probatorio nell’inchiesta relativa alla presunta presenza di materiali inquinanti nel sottofondo dell’A31 Valdastico Sud. Gli esperti, un chimico, un geologo e un ingegnere edile, dovranno stabilire quali materiali siano stati sepolti sotto il manto stradale.

 

 L’inchiesta è stata aperta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia che, a luglio 2013, ha inviato 27 avvisi di garanzia per imprenditori vicentini, veneti e lombardi e i vertici della società autostradale, con le accuse di falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata,  a seguito di un esposto presentato dalle associazioni Medicina Democratica e Associazione italiana esposti amianto (AIEA). Nel documento si sottolineava un presunto inquinamento delle falde sotto il cantiere dell’A31 Sud per la presenza di rifiuti di acciaieria altamente tossici. In particolare, a far scattare le indagini è stato un episodio accaduto ad Albettone (VI): la morte di un cane dopo aver bevuto da una pozza vicina al cantiere dell’A31 Sud.

 

 A questo punto i 27 indagati, accusati di traffico illegale di rifiuti e di falso ideologico, potranno nominare i loro consulenti. Dalle analisi già compiute dai periti della Procura veneziana nei lotti vicentini 4, Montegaldella-Albettone, 5 ovvero lo svincolo Albettone-Barbarano, e  6, il viadotto sul Bisatto nei comuni di Albettone e Agugliaro risulterebbe che dal 2009 sarebbero stati sepolti sotto il manto stradale 155 mila 836 metri cubi di scorie e rifiuti tossico-nocivi.

 

Il Pubblico Ministero Rita Ugolini, che coordina le indagini, ha rilevato che “a seguito dell’incarico conferito in forma collegiale ai consulenti sono emersi elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata congiuntamente da AIEA (Associazione italiana esposti amianto) e da Medicina Democratica Vicenza, sicché si rende necessario esperire una consulenza  tecnica di natura irripetibile limitatamente  ai  lotti in cui è stata suddivisa la costruzione dell’autostrada A31, tronco Vicenza-Rovigo”. Sul tavolo della Magistratura ci sarebbero anche le foto dei mezzi che spalmano il materiale sul manto stradale.

 

 L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «Auspico che le  indagini proseguano serrate. È necessario si arrivi ad un processo che si concluda con condanna esemplare. Deve essere comminata una pena severa senza sconti, riconoscendo il risarcimento dei danni alle parti civili. Solo in questo modo si avrà una sentenza che potrà servire da deterrente per evitare in futuro episodi gravissimi. I cittadini sono costretti a vivere con materiali altamente tossici a due passi dalle loro abitazioni e si servono di una falda acquifera potenzialmente inquinata da veleni, con violazione della Direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE. Purtroppo sembra che in Veneto fosse prassi smaltire rifiuti tossico-nocivi sotto il manto stradale. Fortunatamente si è mossa la Magistratura, aprendo un’inchiesta grazie agi esposti delle associazioni Medicina Democratica e Associazione italiana esposti amianto».

 

 

BACKGROUND

 

 Il 26 luglio 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione per chiedere l’apertura di indagini da parte della Ue sui materiali di scarto di acciaieria potenzialmente tossici seppelliti nel fondo stradale della Valdastico Sud tra Vicenza e Rovigo, con possibile violazione della Direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE e  di quella sui Rifiuti 2008/98/CE.

 

 Il 10 settembre 2012 è arrivata la risposta del Commissario all’Ambiente Ue Janez Potočnik confermando che “il presunto utilizzo di materiali provenienti da rifiuti tossici nella costruzione della bretella autostradale Valdastico Sud è oggetto di indagini da parte di due Procure italiane, in seguito a denunce presentate da un comitato locale di cittadini”.

 

Nel 2011 il Comitato difesa ambiente salute Valdastico Sud, delle province di Vicenza e Padova, denunciò la presenza di materiali di scarto di acciaieria potenzialmente tossici nel fondo stradale della Valdastico Sud, facendo partire due esposti, uno alla Procura di Vicenza e uno a quella di Venezia.

 

 Parallelamente, l’Associazione Medicina Democratica e l’AIEA (Associazione italiana esposti amianto) presentarono un altro esposto, da cui sono scaturite le indagini dei Carabinieri e della Procura Anti-Mafia di Venezia. Nell’esposto, l’ingegnere Marco Nosarini ha raccolto diverse foto di pozze gialle e scarti di acciaieria sparsi nei campi fra Torri di Quartesolo (VI) e Noventa Vicentina (VI), nei pressi del cantiere dell’autostrada, le quali proverebbero l’utilizzo di materiale altamente inquinante.

 

Residenti della zona hanno testimoniato un viavai notturno di camion che avrebbero scaricato tonnellate di tali materiali. Esistono analisi di laboratorio sul materiale raccolto nel cantiere che confermerebbero la presenza di svariate tipologie di metalli pesanti e sostanze chimiche in concentrazioni ben superiori ai limiti di legge.

 

Il 2 agosto 2012, l’eurodeputato Zanoni ha incontrato l’ingegnere Marco Nosarini del Comitato difesa ambiente e salute Valdastico Sud, nel cantiere a Logolo di Albettone (VI), dove ha visionato numerosi campioni di rifiuti da lui prelevati nel cantiere.

 

Il 26 giugno 2013, Zanoni in occasione dell’inaugurazione del secondo tratto della Valdastico Sud ha invitato il Presidente Schneck a far sapere cosa intendeva fare dei rifiuti seppelliti sotto il manto stradale della A31.

 

 Venezia, 31 gennaio 2014, tra gli indagati ci sono Attilio Schneck, ex presidente della Brescia-Padova e oggi Presidente dell’A4 Holding (la società che controlla la concessionaria Brescia-Padova) e Commissario straordinario della Provincia di Vicenza ed il veronese Flavio Orlandi presidente del CDA di “Serenissima costruzioni Spa”. Nell’elenco figurano inoltre: il vicentino Antonio Beltrame, Afv Acciaierie Beltrame, Valeria Caltana della Mestrinaro Spa di Zero Branco (TV), Pierluca Locatelli, della Locatelli geom. Gabriele Spa di Grumello del Monte (BG), i veneti Carlo Meneghini della Eco.Men di Carmignano di Brenta (PD), Filippo Galiazzo della Zerocento Srl di Conselve (PD), Luciano Bugno della Bugno Luciano Srl di Vigonza (PD); Marcella Ceotto della Old Beton Srl di Susegana (TV), Simone Matteo Venturi di Villafranca (VR); Luigi Persegato della Co.Se.Co. Srl di Lozzo Atestino (PD), Fabio Zanotto della Egi Zanotto Spa di Marano Vicentino (VI); Paolo Cornale della Ac.S.G. Palladio Srl di Vicenza, Roberto De Conti della Lachiver Laboratori srl di Verona, Albereto Tommasi, Lecher ricerche e analisi Srl di Salzano (VE), Mauro Saccon, di Altavilla Vicentina.

 

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