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Processo Cosmo Ambiente, Zanoni (PD): “Il sindaco di Paese Uberti si schiera dalla parte sbagliata; se necessario la denuncerò alla Corte dei Conti”

Venezia – Paese, 16 novembre 2019- “Apprendo incredulo dalla stampa che il sindaco di Paese Katia Uberti conferma la volontà di non costituirsi parte civile nel processo contro Cosmo Ambiente. Sceglie di stare dalla parte sbagliata ed è un fatto gravissimo, anziché tutelare i cittadini non si schiera contro un privato, di fatto facendogli un favore, che ha portato illegalmente nella Cava Campagnole nella frazione di Padernello 200mila tonnellate di rifiuti, contenenti anche metalli pesanti e amianto. Trovo bizzarro che siano Wwf, Legambiente, Italia Nostra, l’Eco-Istituto e il Comune di Noale  a dover difendere gli interessi del Comune di Paese e dei suoi abitanti, invece del primo cittadino”. Commenta così Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, la decisione del sindaco di Paese di non ‘scendere in campo’ nel processo contro Cosmo Ambiente che si aprirà il 27 novembre. Proprio questa mattina Zanoni ha partecipato al sit-in di protesta sotto la sede del municipio di Paese (Foto), con una cinquantina di cittadini, gli aderenti al Comitato locale di Cava Campagnole, altri esponenti del PD, per chiedere che il Comune si costituisca parte civile.

“Ricordo al Sindaco che il Consiglio regionale, su iniziativa del PD, ha approvato all’unanimità un Ordine del giorno, di cui sono primo firmatario, che impegna la Giunta regionale a costituirsi parte civile in questo procedimento penale. Anche la Lega regionale, dunque, è d’accordo. La Uberti non può e non deve lavarsene le mani, liquidando il tutto come una faccenda fra privati, vuol forse dire che tutti gli altri che si costituiscono parte civile sono degli stupidi e gli unici furbi sono loro? È inaccettabile, sarebbe bene spiegasse ai cittadini le vere ragioni della sua scelta, così la questione puzza di bruciato”, attacca Zanoni che a Palazzo Ferro Fini è vicepresidente della commissione Ambiente.

 “Dentro Cava Campagnole non poteva essere portata neanche una carriola di materiale estraneo all’attività di cava, invece sono state depositate 200mila tonnellate di schifezze varie arrivate con ben 11.000 distinti camion. Invito il sindaco a studiarsi le leggi della Regione che affidano proprio ai Comuni la competenza dei controlli sulle cave. Farebbe bene ad affrontare con un po’ di impegno e seriamente la questione e il suo ruolo di sindaco: se un giorno Cosmo Ambiente dovesse fallire, i rifiuti e il loro smaltimento potrebbero essere a carico dell’amministrazione comunale, con costi milionari che andrebbero a gravare sulle tasche dei cittadini di Paese. Prima di insistere in una scelta inquietante le consiglio di confrontarsi con i suoi legali. Anche perché, se un giorno il Comune dovesse essere chiamato a sborsare un solo euro per la bonifica di questi materiali – rincara l’esponente del PD – stia ben certa che procederò immediatamente con una denuncia nei suoi confronti alla Corte dei Conti per danno erariale. Con questa scelta dimostra di essere gravemente impreparata e senza la benché minima conoscenza del territorio e della storia di Paese, perciò si informi su quanto è accaduto a due funzionari della Provincia di Treviso colpevoli di non aver effettuato tutti i controlli del caso sui rifiuti abbandonati nella vicina discarica di via Vecelli dopo il fallimento della SEV. Se non ha tempo le faccio una sintesi: la magistratura contabile ha presentato un conto di 300mila euro, che hanno dovuto sborsare di tasca propria”.

 

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